"Se Forza Italia si prende la Vigilanza, allora è tornato il Nazareno". L'ira di Rampelli
Ormai è rissa, nel centrodestra, sulle presidenze delle commissioni di vigilanza. Il braccio destro della Meloni: "Spettano a noi di Fratelli d'Italia. Berlusconi lo dica, se preferisce il partito unico col Pd"
"E dove sta scritto?". Fabio Rampelli risponde con impeto, come è suo solito. E quasi s'indispettisce se gli si riportano le obiezioni dei vari esponenti di peso di Forza Italia, i quali ribadiscono che le presidenze della due commissioni parlamentari di vigilanza, quella della Rai e quella del Copasir, spettano a loro e al Pd. Dicono, i berlusconiani, che quelle poltrone non possono che andare ai due gruppi più consistenti d'opposizione. "E dove sta scritto?", domanda beffardo il braccio destro di Giorgia Meloni, appena promosso vicepresidente di Montecitorio.
Non sta scritto da nessuna parte, Rampelli. Ma è nella prassi, nella grammatica parlamentare più basilare.
"Ma quando mai?".
Giorgio Mulè dice che se si viola questa grammatica, si è degli ignoranti.
"Gli ignoranti sono loro, semmai. Queste congetture dei forzisti sono irricevibili. Loro hanno già ottenuto la presidenza del Senato con Elisabetta Alberti Casellati, la vicepresidenza della Camera con Mara Carfagna e un incarico da questore, sempre a Montecitorio, con Gregorio Fontana. E tutto questo anche grazie al supporto di Fratelli d'Italia".
E insomma ora voi di Fratelli d'Italia chiedete, come ricompensa, la Vigilanza Rai?
"Certo, mi sembra doveroso. E invece i nostri amici di Forza Italia brigano alle nostre spalle, si attovagliano insieme a quelli che dovrebbero essere i loro avversari, anziché parlare con franchezza e lealtà ai loro alleati".
Si riferisce all'incontro dei capigruppo di Forza Italia e Pd, ieri?
"Un'imboscata, inaccettabile. Se questa storia delle commissioni dev'essere l'occasione per rinnovare il Patto del Nazareno, lo dicano pure apertamente. Ma è chiaro che se si fanno un partito unico col Pd, si assumeranno la responsabilità di mettere in crisi la coalizione".
In verità, Rampelli, questa coalizione...
"Attraversa già una fase critica, lo so. Ma ci tengo a precisare che sui territori, anche nella ultima tornata di amministrative, siamo uniti e concordi. C'è una comunità del centrodestra che è viva e convinta. Il problema è che Berlusconi e i suoi continuano a fare delle scelte assurde, distopiche. Il numero di telefono di Giorgia Meloni ce lo hanno, i leader di Forza Italia: la chiamino, se vogliono chiarirsi. Altro che le riunioni col Pd...".
C'è un altro problema, Rampelli. Le presidenze delle commissioni di vigilanza vanno, da sempre, alle opposizioni.
"E noi cosa siamo?".
A dire il vero vi siete astenuti, sulla fiducia al governo. Opporsi significare votare contro.
"Ci siamo astenuti ma spiegando con chiarezza la nostra contrarietà. Dunque è evidente che siamo all'opposizione: del resto non abbiamo ottenuto un ministero, un sottosegretario, nulla".
Ma ci avete provato.
"Ma quando mai? Queste sono ricostruzioni giornalistiche".
La Meloni ha trattato fino all'ultimo giorno, pur di entrare nel governo.
"Vi sbagliate. Noi abbiamo solo agevolato lo sblocco di una stallo assurdo, che esponeva il nostro paese alla minaccia dei soliti speculatori finanziari. E anzi, a Forza Italia che ci accusa di non essere abbastanza all'opposizione, ci terrei a ricordare una cosa".
Dica.
"Noi di Fratelli d'Italia eravamo pronti a tornare alle urne. E' stato Berlusconi a far di tutto perché questo governo tra Lega e M5s partisse: e del resto era scattata la rivolta interna, tra i parlamentari azzurri, tutti terrorizzati dal ritorno alle urne".
A dire il vero neppure i vostri esultavano, all'idea di un voto anticipato.
"Non è vero. Noi non avremmo avuto alcun problema".
Regge, questa coalizione?
"Lo spero. Ma non può esistere una coalizione se chi ne fa parte preferisce fare accordi con chi ne è estraneo. E anche questa a me sembra grammatica basilare".