Max Bugani all'inaugurazione del 'City Lab' a Torino

Familismo a cinque stelle. Bugani, la moglie, e la festa del M5s

Valerio Valentini

Nell’organizzazione di Italia 5 stelle a Rimini, il socio dell’associazione Rousseau ha giocato un doppio ruolo: pianificatore dell’evento e marito di una delle manager dell’azienda che l'ha allestito, per centinaia di migliaia di euro

Roma. Chissà se, a rigore di contratto di governo, il fatto va classificato come un vero e proprio conflitto d’interessi, con le dovute reprimende del caso: ciò che è certo è che nell’organizzazione di Italia 5 stelle a Rimini, nel settembre 2017, Max Bugani, leader storico del M5s e socio dell’associazione Rousseau, ha giocato un doppio ruolo. Quello di principale pianificatore dell’evento, e quello di marito di una delle manager dell’azienda che quell’evento ha allestito in cambio di centinaia di migliaia di euro (curando anche l’allestimento di stand e gazebo per il gruppo dei deputati del M5s, il cui bilancio, relativo al 2017, è stato stilato e reso noto – grazie all’AdnKronos – proprio in questi giorni). Sì, perché la Hb Comm, azienda bolognese che si è occupata di dare vita alla kermesse grillina, è anche quella in cui lavora, come Business Development Manager, Simona Fontana. La quale, il 30 giugno del 2012, con cerimonia civile in grande stile a Palazzo d’Accursio, ha sposato l’allora semplice consigliere comunale, destinato ben presto a scalare le gerarchie casaleggesche. Al punto da diventare, nel maggio del 2016, uno dei tre soci di Rousseau, il vero centro operativo del M5s.

   

Ed è in virtù di questo ruolo che, nell’estate scorsa, Bugani lavorò come regista della più importante manifestazione nazionale del M5s, svoltasi dal 22 al 24 settembre. “Scegliemmo la Hb Comm perché è un’azienda del luogo, e perché è una delle più qualificate nel settore”, spiega al Foglio Bugani, confermando tuttavia che sì, “la designazione della Hb Comm fu una novità”.

 

Rimini, Italia 5 Stelle 2017. Da sinistra a destra Davide Casaleggio, David Borrelli, Max Bugani (foto LaPresse)


 

Nelle precedenti edizioni di Italia 5 stelle ci si era sempre affidati a una ditta romana, altrettanto attrezzata. Ma nel 2017 la cabina di comando della manifestazione subì un mezzo stravolgimento: Roberta Lombardi abbandonò le redini della task force, da lei sempre coordinata, che curava gli eventi a cinque stelle, e lasciò che fossero altri ad occuparsene. A farlo furono, appunto, Bugani e David Borrelli, allora eurodeputato grillino e altro storico socio di Rousseau, che di lì a qualche mese, nel febbraio 2018, avrebbe poi salutato polemicamente il Movimento. I due comunque erano rispettivamente, vicepresidente e presidente del “Comitato Italia 5 stelle”, che curò l’organizzazione della manifestazione, finanziata perlopiù con le donazioni dei volontari: in tutto 5.291 generosi militanti, che hanno versato 353.051 euro. “Il costo totale dell’evento – si legge sul Blog delle Stelle in un post del settembre scorso – è stato di 577.174,62 euro”, che sommati ai 246.971 euro incassati nei tre giorni (catering, merchandising e parcheggi) hanno fatto chiudere in attivo la manifestazione.

   

E però quanti, di quei 570 mila e rotti euro, sono andati alla Hb Comm? Questo, sul Sacro Blog, non c’è scritto, così come nulle si dice sulle singole voci di spesa. Adelante con la trasparenza, certo, ma con juicio. L’azienda, contattata dal Foglio, ha chiesto un po’ di tempo per reperire le fatture. “E’ evidente che il grosso di quella cifra – dice però Bugani – è servita a pagare la Hb Comm, che si è occupata del grosso della manifestazione: dal palco, al service, ai cavi elettrici”. Insomma, un bel guadagno per l’azienda bolognese. Anche perché, oltre al Comitato Italia 5 stelle, alla Hb Comm si rivolse anche il gruppo della Camera.

  

Lo conferma l’allora capogruppo dei deputati, il pesarese Andrea Cecconi (poi sospeso dal M5s per via dello scandalo sulla rimborsopoli grillina), che dice: “Non ricordo con esattezza i dettagli, ma era inevitabile che i gruppi prlamentari si rivolgessero alla stessa azienda scelta dal Comitato”. La partecipazione all’evento, per i deputati, è costata in tutto 73.863 euro, comprensivi però anche della “stampa di materiale divulgativo” e altre attività secondarie. Pure in questo caso, il dettaglio delle spese non c’è. O, quantomeno, al Foglio – che pure lo ha chiesto alla struttura del M5s alla Camera – non sono stati forniti.

     

Bugani, in ogni caso, ci tiene a precisare un paio di cose. La prima è che, garantisce, “in questa vicenda non c’è nulla da nascondere: siamo disposti a fornirvi tutti i dati”. La seconda, “fondamentale”, è che “mia moglie, nella Hb Comm, è una semplicissima dipendente con uno stipendio fisso, per cui da questa commessa non ha guadagnato neppure un euro”. E sarà pure così, benché sul proprio profilo LinkedIn, la signora Bugani si qualifichi appunto come manager della Hb Comm. E comunque colpisce il fatto che, stando a quanto risulta al Foglio, tutto è avvenuto con una chiamata diretta. “Chiedemmo – precisa Bugani – vari preventivi ad alcune aziende del luogo. E quello della Hb Comm era il più convincente”.

    

Difficile, però, credere che l’irreprensibile Bugani, sempre rigoroso in temi di moralità pubblica, non si sia lasciato cogliere dal dubbio dell’opportunità, mentre segnalava ai grandi capi l’azienda per la quale lavorava sua moglie Simona. “Fu tutto trasparente. A indicare la Hb Comm – conclude Bugani – fummo, insieme, io e Borrelli”. Il quale, però, interpellato sull’argomento, si limita a commentare: “Fu più lui, di me, a decidere”.