Capigruppo e oratori. Il Pd giovane in ripartenza a Montecitorio
Nel nuovo Parlamento o nei ranghi delle Commissioni appena insediate, c’è chi si segnala per vena polemica e combattività: leve trentenni del partito (con qualche quarantenne), speranzose in una non lontana ripartenza
Roma. L’apparenza, a guardare il Pd d’opposizione agli albori del governo gialloverde, è quella di un corpaccione spiaggiato (tanto che paiono sospese, nella generale catatonicità d’umore, persino le polemiche interne dei primi giorni post voto). E però, nel nuovo Parlamento o nei ranghi delle Commissioni appena insediate, c’è chi si segnala per vena polemica e combattività: leve trentenni del partito (con qualche quarantenne), speranzose in una non lontana ripartenza. Non a caso l’ex ministro pd dei Trasporti, Graziano Del Rio, ora capogruppo alla Camera, ha scelto per il ruolo di vicepresidente dei deputati pd la trentasettenne Chiara Gribaudo, piemontese al secondo mandato che, nel giorno della fiducia al governo Conte, ha preso la parola per dire che il lavoro, valore fondante della “soggettività politica”, non può essere “sostituito dal reddito di cittadinanza”, e che la riforma promessa dal M5s e dalla Lega non è “rivoluzione” ma “gioco delle tre carte”. Con giacca rossa forse beneaugurante e braccio teso a sottolineare il “no” al governo nascente, Gribaudo ha lanciato un’invettiva contro chi trascura i diritti delle donne lavoratrici, affidando alle parole “la rappresentanza richiede responsabilità” il compito di tracciare il confine tra il “noi” (Pd reduce da esperienze di governo) e il “loro” (populismi misti): “Credo che dovremmo dare voce a quei tanti che in questi anni non siamo riusciti a rappresentare”, ha detto al momento della nomina.
Come Gribaudo al secondo mandato, tra le deputate finora non conosciute come volti da talk-show (a differenza delle rielette Alessia Rotta, Lia Quartapelle e Anna Ascani), è stata scelta come capogruppo Sara Moretto, trentottenne da Portogruaro, figlia di artigiani e imprenditrice, ora alla Commissione Attività Produttive e in Aula scatenata contro Conte (“ha saputo mettere in fila solo una quantità smisurata di constatazioni e banalità”, ha detto). Chiara Braga, invece, urbanista trentanovenne già eletta nel 2008, è ora capogruppo in Commissione Ambiente e Maria Chiara Gadda, classe 1980, è capogruppo in Commissione Agricoltura (ha all’attivo la legge “Gadda” sullo spreco alimentare). Tra i non capigruppo, attiva sul fronte dei “senza diritti”, c’è l’ex catechista trentaquattrenne torinese Francesca Bonomo (al secondo mandato). Tra i deputati, invece, si è fatto notare nel post voto il quarantunenne avvocato siciliano Carmelo Miceli, già segretario locale del Pd a Palermo: dopo che Conte ha parlato di “congiunto”, alludendo senza nominarlo a Piersanti Mattarella, fratello del presidente della Repubblica ucciso dalla mafia, Miceli ha inviato una mail al premier (poi rilanciata su Facebook): “Pensando di farle cosa gradita, trasmetto in allegato il file contenente la sentenza di primo grado relativa all’omicidio del compianto On.le Presidente della Regione Siciliana, Prof. Piersanti Mattarella…. Sono certo che, per la Sua qualifica di avvocato, troverà l’interesse scientifico e il tempo per leggere attentamente il documento che Le rimetto, acquisendo, per l’effetto, maggiore consapevolezza sulle generalità del fratello del Nostro Presidente della Repubblica e, al contempo, sulla rilevanza dell’omicidio in argomento sulla storia, anche attuale, della Sicilia e dell’Italia tutta”.
Da tempo in ascesa nel partito è poi il deputato trentanovenne Luigi Marattin, già tra i consiglieri economici della squadra pd a Palazzo Chigi, ex assessore a Ferrara e ricercatore di Economia Politica a Bologna, richiesto nei talk-show (vedi scontri con Claudio Borghi) e ora capogruppo in Commissione Bilancio. Il suo discorso nel giorno della fiducia è stato uno dei più applauditi tra i banchi dell’opposizione (argomento: le promesse gialloverdi sulla flat-tax).