Paolo Gentiloni, Marco Minniti e Carlo Calenda (foto LaPresse)

Sprofondare si è sprofondati, ora il listone di Italia Libera

Giuliano Ferrara

Subito il triumvirato Gentiloni Minniti Calenda. E intanto non lasciargliene passare una, à corsaire corsaire et demi

Intanto, tutto bene benissimo. Ci voleva la fine della Toscana rossa o felix, non vedo l’ora che Trump con Salvini e Orbán sostituisca Tony Blair e altri villeggianti tedeschi delle varie Toskana-fraktion. Bisogna sprofondare per aggrapparsi alla terra e risalire la china. E sprofondare è sprofondato, l’esercito che non c’è più degli antisalvinisti, degli spregiatori di Casaleggio e Di Maio, insomma dei democratici. Ora le soluzioni non s’improvvisano, infatti è necessaria una lunga e severa analisi della sconfitta, occorre tempo, bisogna reagire con calma, è necessario capire capire e ancora capire. E nel frattempo l’Italia cambia la natura del regime parlamentare e costituzionale del ’48, rovescia, e non è una novità, la sua politica estera, bolla Macron come nemico numero uno, abbraccia Kurz e Strache, e si fa inchiappettare da Horst Seehofer il bavarese. Però sai che soddisfazione una reazione lungimirante, che fa tesoro della vittoria nazionalpadana e fasciopopulista, ora con i panni ben risciacquati nell’Arno, sul paese delle élite e degli zingari e dei negher. Sai che soddisfazione.

 

Niente improvvisazioni. Subito un triumvirato ovvio: Gentiloni, Minniti, Calenda. Per esempio. Eletti per la rifondazione europea contro “Europeisti per Salvini”, altro partito da me recentemente fondato. I nomi sono conseguenza delle cose. Via il Pd, ora è il momento dell’Altra Italia o di Italia Libera. Un listone che mette insieme tutti, tutti, tutti. Si esclude solo Fassina che sta con Salvini perché è un ferratissimo marxista e keynesiano, questo enorme e prezioso saltimbanco. Il listone di Italia Libera fa la sua convenzione a metà settembre, e intanto argomenti, insulti, calci e spintoni, il tutto in modo civilissimo e metaforico, contro el gobierno dei marrazzoni che isola il paese, lo impoverisce, lo sbeffeggia, lo intimidisce perché è un paese pieno di timidi che non hanno capito la legge della terra, il nomos, e appena appena intuiscono la legge del mare, salvare i naufraghi: a pirata pirata e mezzo o alla francese, per noi internazionalisti, à corsaire corsaire et demi. Fundraising. Luglio e agosto caldissimi. Non lasciargliene passare una che sia una. Se dicono che oggi è martedì, negare, negare sempre. Svillaneggiare la paura percepita delle masse, l’ozio agognato delle masse che non fanno funzionare la funicolare a Napoli in attesa del reddito di cittadinanza, dare l’assalto al Campidoglio con la guida dei centri sociali, esporre il modello Milano, ma senza fighettismo e senza troppi eventi, rude, crudo, un modello Milano che ricordi la banda Cavallero, non l’Expo.

 

Ma quanto tempo deve passare prima che i migliori del passato o tra i migliori si decidano a preparare non dico l’avvenire e il suo sole, il domani che canta, ma qualche prossima onorevole sconfitta? Non vedete che i ruffiani ruffianeggiano, che i pavidi impavidiscono, che ogni giorno che passa il terreno smotta sotto i piedi di una qualunque opposizione e si rassoda sotto gli scarponi di questo bestiame di governo oggi al potere con la demagogia e la cavalcata delle valchirie nella veste di menzogne ed emergenze nibelungiche? Fare della ragione un sasso duro, un uovo marcio, una santa ingiuria, e scagliare tutto in batteria contro la masnada, l’accozzaglia che in Parlamento ha varato la maggioranza della chiacchiera e dell’ozio e della minaccia connotata razzialmente. Ecco, non si può improvvisare, bisogna aspettare e distinguere. Intanto c’è molto da fare per un’opposizione indistintamente antisfascista. Gli italiani sono gran puttane, ma facilmente redimibili.

  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.