La Casta vince contro Roberto Fico. Il M5s sospende il sondaggio
La pagina ufficiale del Movimento lancia la votazione sui vitalizi. Ma il voto non va come si spera, e poco dopo le 17 il post viene rimosso. Parlano i “Socialisti gaudenti” che hanno mandato in tilt lo staff della comunicazione grillina
Prima lanciano il sondaggio, convinti di potere umiliare la casta. Poi, quando si accorgono che il giocattolo gli sta esplodendo tra le mani, corrono i ripari e sopprimono la votazione. E' la brillante strategia social dei grandi capi della comunicazione a cinque stelle. I quali, più o meno a ora di pranzo di un caldo venerdì di fine giugno, hanno pensato bene di creare, proprio sulla pagina Facebook ufficiale del M5s, un sondaggio sul tema dell'abolizione dei cosiddetti vitalizi. Il quesito, vagamente condizionante, era questo: "Noi pensiamo che i vitalizi siano un privilegio indecente e Roberto Fico si sta impegnando per eliminarli. La casta non è d'accordo e addirittura vorrebbe denunciarlo per questo. VOI DA CHE PARTE STATE?".
E insomma l'esito, messa così, sembrerebbe banale. Tanto più che il canale di diffusione è proprio il profilo certificato del M5s. E invece, succede l'imponderabile. Succede, cioè, che il voto prende subito una strana piega: e, poco dopo le cinque del pomeriggio, quando gli elettori ammontano ormai a oltre 26 mila, la preferenza è nettamente per la casta, che vince col 62 per cento dei click.
Del resto, da un paio d’ore era partita l’offensiva dei nostalgici della vecchia politica. “Ci hanno segnalato il sondaggio, e abbiamo subito invitato i nostri 140 mila follower a fare coscienziosamente il loro dovere di elettore consapevoli”, scherza, parlando al Foglio, Raffaele Boninfante, salernitano che studia a Pisa, e che, soprattutto, gestisce la pagina di “Socialista gaudenti”. Uno dei molti gruppi satirici in cui, in modo goliardico, si nutre il rimpianto collettivo per la politica di un tempo. “E infatti – prosegue Boninfante – ci siamo subito coordinati, tramite un gruppo WhatsApp, con gli amministratori delle altre pagine analoghe: da ‘Una foto diversa della prima Repubblica. Ogni giorno’ a ‘Hipster Democratici’, passando per gli ‘Eurocrati’ e “Il golpe Gentiloni’. E a quel punto, anche contro la corazzata del M5s, è stato facile”.
Così com’è facile, del resto, immaginare il senso di panico che prende allora a diffondersi ai piani alti della comunicazione grillina. E d'altronde a nulla vale, evidentemente, neppure il bel faccione rassicurante, sorridente e pacioso, del presidente della Camera, emblema del grillismo più autentico, contrapposto ai volti tirati di quattro biechi politicanti di professione, tutti piuttosto agés: da Fausto Bertinotti a Mssimo D'Alema, da Paolo Cirino Pomicino a Ciriaco De Mita.
Che fare? A qualcuno, tra gli strateghi social del Movimento, viene il colpo di genio. Sospendere tutto, annullare il sondaggio e tutti a casa. Da poco dopo le cinque del pomeriggio, la pagina, semplicemente, "non è disponibile". Se si prova a votare, si viene stoppati: link corrotto o pagina rimossa. E viene da pensare che sia la seconda ipotesi, visto che fino a pochi minuti prima quello stesso link era perfettamente funzionante. Dev'essere una nuova, perfezionata versione della democrazia digitale: quella per cui il voto si conclude solo se accontenta le speranze di chi lo indice. Il M5s vince sempre; e quando non vince il M5s, non vince nessuno.