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Serve un vaccino contro il virus dell'estremismo

Claudio Cerasa

No Vax. No Tav. No Tap. No Ilva. E la Terra piatta, no? Perché un governo ostaggio degli estremisti mette a rischio il futuro del nostro paese e anche quello dei nostri figli. Il vero test del premier Conte

Se non fosse un tema terribilmente serio ci sarebbe da sorridere e verrebbe voglia di divertirsi sotto l’ombrellone provando a indovinare la prossima campagna di negazionismo scientifico a cui parteciperanno gli azionisti del governo, per non deludere le attese di Red Ronnie, di Giuseppe Povia e dei Divini Otelma della scienza italiana.

 

Sul complotto relativo all’allunaggio abbiamo già dato. Sulle scie chimiche abbiamo già dibattuto. Sull’Aids che non esiste il blog del 5 stelle ci ha già edotto. Sulla giusta cura per affrontare un cancro alla prostata Grillo, in passato, quando non era occupato a dare della “vecchia puttana” a Rita Levi Montalcini, ci ha già ricordato che “l’unico modo per curare la prostata è trombare”. Si potrebbe forse provare ad aprire una commissione di inchiesta presieduta da Carlo Sibilia per capire se la terra sia piatta oppure no e se non sia un complotto della Nasa l’idea che sia la terra a girare intorno al sole e non il sole intorno alla terra ma sospettiamo che i tecnici del governo siano già al lavoro anche su questo.

 

Ma la voglia di sorridere purtroppo passa in un istante nel momento in cui ciascuno di noi, provando a riavvolgere il nastro degli ultimi giorni di follia populista, capisce che il disastro sui vaccini non è il frutto di un infortunio casuale ma il frutto di un metodo disgraziato che costituisce il Dna di un governo che più che populista andrebbe finalmente chiamato per quello che è: estremista.

 

I fatti li conoscete.

 

Venerdì scorso il Senato ha approvato due emendamenti al decreto Milleproroghe che rinviano di un anno l’obbligo vaccinale per l’iscrizione alla scuola materna. L’obbligo era stato introdotto dal decreto Lorenzin nel luglio del 2017 e non era un obbligo nato per un capriccio del ministro ma da una necessità precisa. Nel 2016, il dato di copertura vaccinale nei confronti di morbillo e rosolia si trovava a una percentuale di otto punti inferiore rispetto alla così detta immunità di gregge (87,3 per cento contro il 95 per cento) e a fronte di un’epidemia di morbillo che nei primi sei mesi del 2017 aveva colpito 2.700 persone il ministero scelse di rendere obbligatorio il vaccino per potersi iscrivere alla scuola materna. Perché la scuola materna? Perché i bambini che hanno meno di un anno sono troppo piccoli per essere vaccinati e l’unica garanzia che hanno per essere protetti dal morbillo (che a quell’età ha una frequenza maggiore di complicazioni rispetto ad altre età) è di avere attorno a sé il numero minore di bambini con morbillo. Vale per loro e vale anche per i bambini immunodepressi che per varie ragioni purtroppo non possono vaccinarsi.

 

Al contrario di quello che sostiene il ministro della Salute Giulia Grillo, i due emendamenti apparentemente innocui al decreto Milleproroghe sono dannosi per almeno due ragioni.

 

La prima è che rinviare l’introduzione dell’obbligo di presentare la certificazione dei vaccini all’anno scolastico 2019/2020, ammettendo a partire da settembre qualsiasi bambino a prescindere dai suoi certificati vaccinali, significa fottersene dei bambini più vulnerabili – e ci auguriamo che le parole offerte dal ministro per spiegare in che modo il governo intende ghettizzare i bambini immunodepressi siano solo frutto di un colpo di sole (“garantiremo a tutti i bambini immunodepressi l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale”).

 

La seconda ragione per cui la scelta del governo è dannosa riguarda un problema che ha una radice più profonda: l’incapacità e forse l’impossibilità del Movimento 5 stelle e della Lega di governare gli estremisti che si riconoscono in questo governo. Vale per i No Vax ma vale anche per tutto il resto. Vale per i No Tav. Vale per i No Tap. Vale per i No Ilva. Vale per i No Triv. Vale per i No Ogm. Vale per i No Euro.

 

Il punto è evidente: un fronte politico che trova il suo collante principale nella declinazione di un vaffanculo (e credere che un vaffanculo possa diventare moderato è come credere che l’allunaggio non sia mai avvenuto o che un obbligo possa essere flessibile) non può permettersi di collocare l’interesse nazionale su un piedistallo più alto rispetto a quello degli estremismi, e il fatto che la prima vittoria dell’estremismo di governo sia maturata sul terreno dei vaccini è allarmante perché dimostra un principio pericoloso: se si è disposti a giocare con la vita dei nostri figli e di centinaia di migliaia di bambini che rischiano la vita senza una adeguata copertura vaccinale per non perdere contatto con i propri affluenti estremisti, significa che anche su qualsiasi altro fronte si è pronti a fare di tutto senza preoccuparsi di compiere scelte che possono compromettere il futuro del nostro paese. Il virologo Roberto Burioni, dopo aver ricordato che sui vaccini il Senato ha scritto una pagina infame nella storia della Repubblica mettendo a rischio la salute dei bambini più deboli e indifesi per ingraziarsi la parte più ignorante e oscurantista del paese, ha ricevuto minacce non da troll russi ma da persone in carne e ossa che hanno un nome e un cognome e ha formulato un invito che ci sentiamo di sottoscrivere: la politica non è una scienza esatta, ma la scienza è una scienza esatta, e quando si parla di vaccini mettere a confronto pareri contrapposti, e chiedere a Red Ronnie cosa ne pensa, è come mettere a confronto pareri opposti sul fatto se la terra sia piatta oppure no. Sarebbe bello che il governo estremista decidesse di far ritirare il doppio e scellerato emendamento. Ma sarebbe ancora più bello sentire su questo tema la voce del presidente del Consiglio. In passato, Giuseppe Conte scelse di spendersi a favore del metodo Stamina – prima difendendo una famiglia e poi entrando a far parte di una onlus, la Voa Voa, che finanziò Davide Vannoni. Oggi sarebbe importante spiegare al proprio ministro qualcosa che non sappiamo se il premier potrà spiegare: giocare con i vaccini non è come giocare con la Tav, ma è giocare con la salute dei nostri figli. La differenza tra essere avvocato del popolo ed essere avvocato degli estremisti in fondo è tutta qui.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.