L'ex sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega agli affari europei Sandro Gozi (Foto LaPresse)

La Diciotti è il disastro della propaganda. Ma dobbiamo svegliarci, ci dice Gozi

Annalisa Chirico

Per l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, "ciò che sta accadendo è frutto della demagogia di Salvini che ci condanna all'isolamento"

Roma. Una nave militare italiana è bloccata in un porto italiano, il procuratore siculo indaga per sequestro di persona e il ministro dell’Interno si dice pronto a farsi arrestare. Per il resto, tutto bene. “Il caso Diciotti è frutto della propaganda di Matteo Salvini che, per ottenere qualche like in più, condanna il nostro paese all’isolamento”, dichiara Sandro Gozi, già sottosegretario di Palazzo Chigi nei governi Renzi e Gentiloni. Dopo lo sbarco dei 27 minori non accompagnati, 177 migranti restano a bordo della nave della Guardia costiera nel porto di Catania. “Il ministro Salvini agisce in violazione della legge. Il Codice di navigazione equipara le imbarcazioni battenti bandiera italiana al territorio nazionale: ciò che accade a bordo della Diciotti è come se avvenisse sulla terraferma, perciò la condotta di chi tiene bloccate, senza motivo, decine di persone assume rilievo penale.

  

In secondo luogo, i richiedenti asilo non sono stati ancora identificati ma la Convenzione di Ginevra e la normativa comunitaria in materia di asilo impongono un trattamento individuale, caso per caso. In terzo luogo, anche se Salvini se ne infischia, l’Italia si espone al rischio di una procedura d’infrazione, su iniziativa della Commissione europea, per violazione dei diritti umani”. Lei stila l’elenco delle supposte norme violate mentre i sovranisti interpretano il sentimento popolare: dal 2013 l’Italia ha gestito, in solitudine, l’accoglienza di 700 mila migranti, i più hanno lasciato il territorio nazionale per cercare fortuna altrove. Troppo spesso, chi rimane viene risucchiato nel circuito dell’economia illegale. “Lei pone un tema ineludibile. In pochi ricordano che attualmente sono soltanto 135 mila i ricorsi pendenti per l’asilo.

 

E gli altri? Fino al 2016 nessuno sollevava la questione dei movimenti secondari nei vertici europei, poi l’atteggiamento aggressivo di Salvini ha spinto Angela Merkel a porre il tema sul tavolo”. I cittadini ignorano i codicilli comunitari ma conoscono il disagio dell’illegalità, dell’integrazione che non c’è. “Se sei obbligato nella clandestinità, diventi più vulnerabile all’economia nera e alla criminalità. L’opposizione dei centristi di Alfano alla riforma della Bossi-Fini non ha aiutato in tal senso. Servono procedure di asilo più rapide, politiche di respingimento più efficaci. Nessun paese può accogliere tutta la miseria del mondo”.

  

Si ricorda le polemiche per l’abolizione di un grado di giudizio per i richiedenti asilo? Marco Minniti, che da ministro ha ridotto gli sbarchi di quasi l’80 per cento, è stato osteggiato principalmente dalla sinistra. “La linea Minniti è quella giusta”, chiosa Gozi. E dire che il governo ha salutato come una “svolta” il Consiglio europeo di fine giugno, quello delle “ripartizioni volontarie”. “Il premier Conte e il ministro degli Esteri Moavero hanno spacciato un vertice fallimentare come un gran successo. Da una parte, si sono impegnati a modificare il regolamento di Dublino solo all’unanimità; dall’altra, in sintonia con il gruppo di Visegrad, hanno accolto il principio delle ripartizioni volontarie, un salto indietro rispetto a quanto ottenuto dal governo Renzi: 12 mila ricollocamenti effettivi e procedure d’infrazione nei confronti di Polonia e Ungheria per violazione degli obblighi di solidarietà”.

 

A guardare i numeri, l’emergenza immigrazione sembra alle spalle. “E’ merito dell’azione di Minniti e dell’operazione Sophia. Per paradosso, il linguaggio provocatorio di Salvini che straparla di solidarietà e lancia continue sfide alle cancellerie di mezza Europa porterà il nostro paese a doversi far carico dei migranti lungo la rotta iberica. Attenuati i flussi verso le coste italiane, la Spagna si trova infatti a dover fronteggiare l’aumento più consistente di arrivi”. Alle elezioni europee si preannuncia la vittoria dei gialloverdi. “Se restiamo fermi e divisi, subiremo una cocente sconfitta. Bisogna andare oltre i partiti attuali: progressisti e liberali devono dar vita a un movimento che difenda la scelta europea e atlantista riconoscendo nel contempo l’esigenza di riformare l’Europa”. Chi sarà il leader degli antisovranisti? A proposito, lei parteciperà alla Leopolda in ottobre? “Sì, ci andrò. Matteo Renzi resta una figura imprescindibile”.