Il grillino Dell'Orco incassa il tfr applicando retroattivamente le nuove norme
Il sottosegretario M5s dice di essersi attenuto alle regole del movimento. Ma le cose non stanno esattamente così
Roma. Agli attivisti modenesi più attenti, la stranezza era saltata subito all’occhio. Sin dalla sera, cioè, del 9 agosto scorso, quando Michele Dell’Orco, esponente storico del M5s emiliano, già deputato e poi non rieletto ma promosso comunque come sottosegretario ai Trasporti, ha annunciato, con un post su Facebook, di avere “restituito 33.054 euro al fondo per il microcredito”. Una cifra, spiegava Dell’Orco, che comprendeva sia le restituzioni relative a gennaio, febbraio e marzo 2018, sia quella del trattamento di fine rapporto “che mi è stato versato a conclusione della scorsa legislatura”.
L’anomalia, però, stava nella esiguità dell’ammontare, resa evidente, peraltro, dal confronto immediato con i 43.726 euro a cui, per il solo assegno di fine mandato, aveva rinunciato Alessandro Di Battista, con tanto di patetico video famigliare trasmesso in diretta dall’America appena due mesi prima. Facendo i conti, ci si accorge facilmente che Dibba è stato rigoroso, applicando le norme elaborate dal Movimento alle origini dell’avventura parlamentare grillina, nel 2013. Come mai, allora, Dell’Orco ha restituito meno? “Ho seguito alla lettera le istruzioni del regolamento M5s, come richiesto dallo staff”, spiega il sottosegretario al Foglio. Inviando, poi, anche il link al regolamento. Il problema, però, è che quello a cui fa riferimento Dell’Orco è il regolamento nuovo, pubblicato sul Sacro Blog il 28 giugno scorso: e lì si stabilisce che i parlamentari grillini non sono tenuti a restituire l’assegno di fine mandato calcolato, come prima, sull’intero ammontare dell’indennità percepita, ma solo su quella decurtata delle restituzioni, dunque su un massimo di 3.250 euro netti. Il vantaggio è notevole, visto che, sui 60 mesi di legislatura, deputati e senatori potranno accumulare, e conservare, fino a 60 mila euro di tfr.
E insomma, Dell’Orco ha applicato retroattivamente una norma che, in verità, è stata elaborata per la legislatura in corso. E’ lui stesso a confermarcelo: “Nel nuovo regolamento è prevista una norma transitoria per noi parlamentari della scorsa legislatura, che riguarda gli stipendi di inizio 2018. E così per il tfr, come indicato dallo staff, abbiamo applicato le nuove regole”. E dunque è stato lo staff – entità mistica che su tutto sorveglia e tutto dispone – a comunicare ai deputati che avrebbero potuto ricalcolare l’assegno di fine mandato maturato tra il 2013 e il 2018 con le regole pensate per il quinquennio successivo. Una furbata? “Si sono accorti – dice una deputata grillina – che c’era malumore, e che i vecchi parlamentari non rieletti si rifiutavano di versare per intero il tfr. Allora ci hanno detto di ricalcolare tutto con le nuove regole, ma evidentemente hanno sperato che la cosa non emergesse”. Quanto a Dibba, Dell’Orco replica così: “Immagino abbia restituito tutto il tfr. Lodevole scelta personale, che va oltre il regolamento m5s. Ma naturalmente non sono il contabile dell’amico Alessandro, quindi nel caso chiedete direttamente a lui”.