Fico non ha il physique per impensierire i vicepremier
I presidenti di Camera e Senato metteranno oggi in scena una parvenza di intesa, presentando l’inedita modalità per nominare il nuovo presidente dell’Antitrust
Chi dall’opposizione deve frequentarlo per lavoro e lo sta conoscendo meglio non si fa troppe illusioni: Roberto Fico ha un’agenda molto disallineata con quella del governo giallo-verde, ma non ha né la voglia né il fisico per creare seri problemi ai vicepremier. Ciò non toglie che il presidente della Camera sia sistematico nella sua opera di smarcamento (ieri per esempio ha ospitato a Montecitorio un affollato convegno sull’accoglienza degli immigrati aperto, in sua presenza, da un lungo applauso di solidarietà al sindaco di Riace Mimmo Lucano, e proseguito con toni e argomenti da far venire l’orticaria a Salvini).
Meno appariscente ma più di sostanza il fatto che Fico sia ormai diventato la stampella istituzionale ritenuta più affidabile da Mattarella. Anche più del terzo lato del triangolo istituzionale, la Casellati. Il rapporto tra i vertici delle due Camere è stato difficile fin dall’inizio, con punte di autentica tensione sul taglio dei vitalizi agli ex parlamentari (rispetto al quale Casellati fa tuttora ostruzionismo). I due presidenti metteranno oggi in scena una parvenza di intesa, presentando in un’inconsueta conferenza stampa congiunta l’inedita modalità faticosamente escogitata per nominare il nuovo presidente dell’Antitrust: sarà scelto fra chi aderirà (riservatamente) a un job-posting pubblico.
Più di Casellati, Fico ha veramente sofferto la vicenda Foa, senza poter fare altro che lamentarsene in privato: vedremo se sulla successione a Pitruzzella saprà essere un po’ più concreto. Perché dal suscitare interesse per un’originale posizione politica a suscitare sarcasmi per il proprio velleitarismo e la propria impotenza, il passo è breve.