I sovranisti europei riusciranno ad aprire il Parlamento Ue come una “scatoletta di tonno”?
Salvini dice di avere un piano trentennale per cambiare l'Europa. Di certo c'è che la campagna elettorale verso il voto del 2019 è ancora lunga e la propaganda rischia di produrre danni continui e permanenti all’Italia in primis
Matteo Salvini dice di avere un progetto trentennale per cambiare l’Europa e ha cominciato alleandosi con i nazionalisti francesi di Marine Le Pen per le elezioni europee di maggio con il “Fronte della libertà”. Allargare il deficit di bilancio e attaccare frontalmente i funzionari della Commissione europea, che considera un’anatra zoppa, fa parte di un piano strategico. Il politologo Giovanni Orsina avverte sulla Stampa che “sbaglia chi continua a sottolineare, a mo’ d’esorcismo, che [un’alleanza] non può funzionare perché i sovranisti, impegnati ciascuno a promuovere gli interessi del proprio paese, non sapranno dar vita a un’alleanza coerente. Per il momento non è affatto così: gli interessi dei sovranisti convergono a perfezione sull’obiettivo di indebolire Bruxelles e riportarne i poteri nelle capitali nazionali. Su tanti altri obiettivi poi divergeranno e si scontreranno senz’altro – ma questo avverrà domani, non oggi”.
Benché compatti in un piano così incendiario da sembrare donato loro da Steve Bannon, i sovranisti europei riusciranno ad aprire il Parlamento Ue come una “scatoletta di tonno”? I partiti nazionalisti viaggiano sul 15-17 per cento dei consensi. Vale in Lettonia per il Kpv Lv (14,1) e il Nuovo partito conservatore (13,6). In Svezia con gli Svedesi Democratici (17,6). Lo stesso livello della Lega alle scorse elezioni. I nazionalisti alleati riusciranno ad aumentare i consensi per ribaltare Bruxelles? Di certo la campagna elettorale sarà lunga altri otto mesi e se Salvini ha deciso di mettersi alla testa dovrebbe tenere in conto che in questo periodo di turbolenze finanziarie, tra continui cali in Borsa e aumenti dei rendimenti dei titoli pubblici, una lunga propaganda farà danni continui e permanenti all’Italia in primis.