Vita eterna e Terra piatta. Di cosa parla Grillo mentre Di Maio fa il vicepremier
Il padre fondatore del M5s sembra aver dato corso al “passo di lato” proprio quando i suoi sono al governo. Schema “Alfano-berlusconi?”
Roma. C’è Luigi Di Maio vicepremier e ministro doppio del M5s che sulla scena molto si sbraccia (anche per riconquistare zone di campo occupate dall’altro vicepremier Matteo Salvini) e dice che tra sei mesi questa Europa sarà finita, e magnifica le sorti della manovra, e fa festa dal balcone, e promette redditi di cittadinanza alla faccia dei tempi che corrono. E c’è Beppe Grillo, il padre fondatore, detentore del sacro blog originario, che a sbracciarsi non sembra pensare neanche un po’. Sì, una mattina si alza e scrive sui social che ha visto Di Maio sulla copertina di Forbes e gli pare proprio “un bel guaglione”. Sì, quando viene a Roma, anche se non spesso come prima (per esempio a inizio settembre), incontra il vicepremier nei pressi dell’Hotel Forum e apparentemente si comporta come quando, quasi due anni fa, lo chiamava statista e diceva che con lui il paese poteva e doveva essere cambiato. E però, oggi come oggi, il Grillo padre fondatore non pare in prima linea, per così dire. Anzi.
Il famoso “passo di lato” annunciato nel 2016, ma non effettivo per molto tempo, passo di lato ribadito a ogni tournée teatrale (con frasi tipo “rivoglio la mia libertà”), ha l’aria di essere diventato reale proprio nel momento in cui i Cinque stelle sono andati al governo con la Lega. E non soltanto per lo sdoppiamento dei blog (blog di Grillo e blog delle Stelle), e non soltanto per le presunte divergenze di vedute con i quartieri generali casaleggiani sull’accento da dare all’associazione Rousseau. Né soltanto perché Di Maio, il Cinque stelle “istituzionale”, una volta arrivato a Palazzo Chigi deve farsi più di piazza, pur non essendo mai stato animale da palcoscenico, pena la perdita di consenso a favore dei contraenti verdi del contratto di governo. Succede infatti che Grillo, da qualche tempo, appaia metaforicamente ancora più in pantofole, rispetto al Movimento, di quando, nel 2012-’13, minacciava la fuga sul divano ai primi screzi con i cosiddetti “dissidenti” (ma la minaccia non aveva mai corso, e il comico tornava alla carica con faccia da Mangiafuoco). E succede che Grillo poco sottolinei, nei tweet, quello che Di Maio va dicendo, e che anzi sia molto lontano dall’apparire un angelo custode (non per niente, in tempi non sospetti, Di Maio il delfino veniva chiamato “l’Alfano di Grillo”, riecheggiando la storia tormentata dei rapporti Alfano-Cav.). E, a leggere il blog dell’ex comico e i tweet che ad esso rimandano, pare addirittura di stare in un altro mondo (sulla Luna?). “Questo è il dilemma dei dilemmi. Possiamo sconfiggere la morte? E se la morte fosse una malattia come le altre, potrebbe teoricamente essere curata?”, scrive Grillo mentre il tema spread assilla governanti e governati (Di Maio in primis). E se è vero che la “pillola per tutti i mali”, panacea che permetterà di “vivere per sempre” è argomento che può interessare ai futurologi oltreché agli attivisti a Cinque stelle che ancora sognino il pianeta Gaia, alla base a Cinque stelle più terrigna (quella in attesa di reddito promesso da Di Maio) tocca leggere tutt’altro, sulle pagine web di un Grillo molto preso da ciò che accade nella città di Pontevedra, in Spagna, anche detta “la città senz’auto”: “Nessun rumore dei motori, nessun segnale acustico…”. E il Def? Chissà. E le tasse? Boh. L’eco dei Palazzi non arriva, anche tenendo conto della divaricazione di compiti tra blog delle Stelle e blog di Grillo, tanto che, nel mondo di Grillo, il passo di lato pare addirittura giravolta all’indietro, tra le righe dei post su canapa, bioedilizia, levitazione magnetica e vicende intellettuali dei Terrapiattisti (gente che crede che la Terra sia piatta, e non nei pressi di Palazzo Chigi).