Il sottosegretario ai trasporti della Lega, Edoardo Rixi (Foto Imagoeconomica)

“Investire in infrastrutture, ma stando attenti al consenso”. Parla Rixi

Valerio Valentini

Il sottosegretario leghista ai trasporti rassicura sulla Gronda ma aggiunge che "non si possono entusiasmare gli animi puntando sulle grandi opere"

Roma. Sorride, Edoardo Rixi, sardonico e bonario insieme. Sorride e dice: “Io sono a favore di tutti i tunnel. Anche di quello del Brennero”. Malignità innocente, o almeno così pretende d’apparire, se è vero che poi subito il sottosegretario ai Trasporti, leghista, genovese e doriano, parlando del suo ministro, del suo diretto superiore, invita a non accanirsi su un errore veniale.

 

E allora concentriamoci su quelli che veniali non sono. Che senso ha bloccare tutte le grandi opere di questo paese? Lo stesso Giovanni Tria insiste nel sostenere che l’auspicata – e diciamo pure sovrastimata – accelerata del pil, fino al futuribile più 1,5 per cento, è legata alla realizzazione di un grande piano di infrastrutture. “Il ministro dell’Economia ha ragione”, sentenzia Rixi. E allora, per la contradizion che nol consente, ha torto Toninelli. “Ma no. Perché?”. Perché, ad esempio, si è intestardito su questa idea dell’analisi costi benefici sul Terzo valico. Bloccando, di fatto, un’opera che per oltre il 70 per cento è già finanziata. “Io non sono contrario all’idea di valutare i rischi e le opportunità connesse a una grande opera. Magari lo si fosse sempre fatto, prima di aprire i cantieri. Però spero anche che serva davvero, adesso”. Ne dubita? “   Io sono un umile politico: aspetto con rispetto il parere degli scienziati”. Non sembra convintissimo. “Mettiamola così: da genovese, conosco bene, oltre agli indubbi aspetti positivi, anche le storture di quel progetto. Vediamo se i tecnici del Mit li individueranno. Insomma, diciamo che questa prima analisi costi benefici sarà innanzitutto una verifica di metodo: un’analisi di costi e benefici sull’analisi costi benefici. Ma a due condizioni”.

  

Sarebbero? “Primo: bisogna sbrigarsi. Entro fine mese bisogna davvero concludere, perché con Genova paralizzata a causa del crollo del pinte, se si continua a indugiare si rischia un clima da guerra civile”. Secondo? “Mentre si prosegue con l’analisi, non si spenga nessuna macchina neppure per un’ora, non si licenzi nemmeno un operaio. Vale per il Terzo valico e per il resto delle opere”. Ma il M5s, in Piemonte, contesta proprio il fatto che i lavori proseguono nonostante sia in corso l’analisi. “Se per verificare l’utilità dell’opera fermiamo i cantieri, allora diventa solo un pretesto per bloccare tutto. Sulle infrastrutture bisogna investire sul serio: e le risorse destinate a questo settore vanno scorporate dal computo del deficit. Dobbiamo pretendere che l’Europa lo capisca”.

 

Nel frattempo, però, potreste dedicare qualche miliardo in più a strade e ponti, nel Def, anziché dilapidare cifre iperboliche sulle pensioni. “Capisco l’obiezione. Però certe battaglie dure, a Bruxelles, le si può fare solo con un forte consenso popolare alle spalle”. State comprando il voto per le Europee, in sostanza. “Facciamo semplicemente quello che abbiamo promesso in campagna elettorale. È difficile entusiasmare gli animi del popolo solo puntando sulle infrastrutture: nell’immediato, nessuno è felice di vedere i cantieri aperti sotto casa, con tutti i disagi annessi.I vantaggi lì si constatano sul lungo periodo”.

 

Lo spread invece è un pericolo imminente, anzi attuale. “Che però, ammettiamolo, non ha nulla a che vedere col Def. Si tratta di un pregiudizio contro questo governo: c’è evidentemente un disegno di qualche potenza straniera a penetrare in Italia. E, attraverso noi, in Europa. Come con la Grecia”. E se anche fosse, voi cosa fate, per scongiurare questo scenario? “Aspettiamo che Bruxelles comprenda l’importanza di consolidare il suo baricentro del Mediterraneo”. Magari fare la Tav aiuterebbe a connettere l’Europa al Mediterraneo. “Sì, ma poi serve anche potenziare il sistema infrastrutturale a livello locale: non me ne faccio nulla del treno merci che viaggia a trecento all’ora, se poi il container resta fermo in stazione per ore”. Ed è per questo che non fate la Gronda? “E chi l’ha detto, che non la faremo?”. I Cinque stelle, ad esempio. “Si farà, si farà”. Se prima o dopo il tunnel del Brennero, meglio non chiederselo.