Atreju 2018. Intervento di Steve Bannon (foto LaPresse)

Superare il Pd per sconfiggere l'internazionale sovranista

Sandro Gozi e Sergio Pizzolante

Il modello Bannon e la sfida di oggi: rispondere ai populisti con nuovi contenitori politici, anche a sinistra. In Italia e in Europa

Al direttore - Per capire quello che sta succedendo in Europa è utile leggere le interviste di Bannon, l’ultima sul Corriere della Sera e quella sul Foglio di qualche giorno fa, e i discorsi di Putin. Bannon dice che l’Italia di Salvini e Di Maio è il centro della politica mondiale. Il centro del ridisegno della politica nel mondo, in chiave populista e nazionalista. Ha ragione.

 

Dice anche che l’Euro, per il momento, non è in discussione. Non adesso. Chiaro. Dice però che per gli americani l’Europa non è una entità che conta. Conta la Francia, la Germania, l’Italia. Chiaro. Il nazionalismo forte, l’Europa debole, bel programma, già visto.

 

Dice che le elezioni europee saranno il punto di snodo. Affinché i leader europei, Salvini in primis, che si occupano dei loro popoli, possano affermarsi come leader globali. Leader nazionalisti, nuova élite che si nutre della distruzione delle élite, in nome del popolo. Bel programma, già visto.

 

È ormai chiaro, bisogna leggere i discorsi di Putin e le citazioni di Il’in, che i russi sostengono, da anni, i movimenti populisti e nazionalisti americani ed europei. Per un’America debole e per un’Europa inconsistente. Chi è Il’in? Il filosofo diventato la principale fonte del pensiero e delle strategie geopolitiche putiniane? Celebrato nella nuova Russia come Marx e Lenin nella vecchia Unione Sovietica? Visse fra gli Zar e la rivoluzione d’Ottobre in Russia, riferimento dei filosofi bianchi che persero la partita delle idee con i filosofi rossi. La teoria della sacralità e della superiorità della madre terra russa. L’esaltazione della violenza. L’ostilità politica, filosofica, religiosa, all’Europa e alla democrazia liberale. La costruzione ossessiva del nemico esterno. Potenze e razze. Che giustifica il dominio interno del tiranno. Il’in perse in Russia e si trasferì in Germania. Dove contribuì alla crescita “ideale” del nazismo.

 

Il’in che guardava con invidia a Mussolini e all’Italia fascista. Come Bannon oggi guarda all’Italia di Salvini. La partita è chiara. C’è una offensiva nazionalista e sovranista alla democrazia liberale e all’Europa. Chi non la vede o non la vuol vedere farà la fine dei democratici liberali che non vollero vedere 100 anni fa. Bisogna contrapporre una piattaforma, in termine di idee e di potenza politica ed economica all’altezza. Tutti i vecchi partiti democratici sono inconsapevoli e impreparati. Bisogna andare oltre. Un movimento nuovo, una alleanza fra forze antiche e moderne. Socialisti, liberal democratici, popolari e nuovi movimenti come En Marche e Ciudadanos. In Italia e in Europa.

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