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Il piano per l'Italexit spiegato da Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

La Camera discute una proposta di Fratelli d'Italia per togliere l'Unione europea dalla Costituzione. E' il piano B?

Al direttore - Ho letto l’articolo del Suo giornale del 22 ottobre 2018 intitolato “Via l’Ue dalla Costituzione. Ecco l’Italexit targata Meloni”. Sono lieta che la Sua testata abbia voluto accendere i riflettori sulle proposte di legge costituzionali di Fratelli d’Italia, una delle quali è in discussione in questi giorni alla Camera, che hanno l’obiettivo di ridefinire il rapporto tra l’ordinamento italiano e quello dell’Unione Europea.

  

Con queste proposte noi vogliamo sancire un principio generale: la sovranità appartiene al popolo, solo il popolo può decidere se cederla ad altri e questo può avvenire tramite un referendum consultivo sulla ratifica dei trattati internazionali o sulle norme sovranazionali. Vogliamo cancellare i vincoli europei contenuti negli articoli 97, 117 e 119 della Costituzione con cui ci siamo sottomessi all’ordinamento comunitario senza che nemmeno la stessa Ue ce lo chiedesse. Perché escludo la possibilità che i nostri Padri costituenti abbiano mai pensato che l’art. 11 sulle “limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”, sarebbe stato un varco per quelle norme europee che impattano sui diritti e sull’economia nazionale, senza passare per la sovranità popolare. Vogliamo, inoltre, introdurre la “clausola di salvaguardia dell’interesse nazionale” che, secondo l’analisi della recente giurisprudenza costituzionale, rappresenta una condizione irrinunciabile per l’accettabilità delle ultime riforme dell’ordinamento europeo: noi vogliamo che, per entrare nel nostro ordinamento, qualunque norma sovranazionale rispetti il principio della salvaguardia dell’interesse nazionale e che questa valutazione sia affidata alla Corte Costituzionale.

  

D’altronde, è la stessa Unione che già nei propri Trattati istitutivi sancisce il proprio dovere di rispettare l’identità nazionale degli Stati membri, affermando che «L'Unione rispetta l'uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale». A sostenere questa tesi sono anche autorevoli giuristi e uomini di Stato come, ad esempio, il presidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, che ha esortato a “far prevalere sui Trattati la nostra Costituzione, esattamente come hanno fatto e fanno Germania e Francia (…) La sovranità è nella sostanza la potestà di porre norme giuridiche cogenti per tutto il popolo. Allo stato attuale questa potestà è riservata agli Stati nazionali o federali” non a entità sovranazionali. Ed è quello che hanno fatto altri Stati in Europa, che hanno utilizzato disposizioni più o meno tese a salvaguardare la sovranità del popolo rispetto alle decisioni assunte in ambito europeo.

  

Sono convinta che la ricetta di Fratelli d’Italia sia l’unica sostenibile e credibile per difendere la sovranità del popolo italiano e l’interesse nazionale, un concetto che in Italia non è mai stato annoverato tra gli obiettivi da perseguire in politica estera. È un grave errore che non hanno commesso, invece, Francia e Regno Unito, per le quali non è né stravagante né estremista parlare apertamente di interesse nazionale e non costituisce un tabù neppure nei partiti di sinistra. Fratelli d’Italia non vuole uscire dall’Unione Europea ma pensa che si può stare in Europa a testa alta e non da servi sciocchi. Oggi non è con i carri armati che l’indipendenza e la sovranità nazionale vengono compromessi ma attraverso vincoli subdoli imposti dalle disposizioni comunitarie che spogliano la Nazione di qualsivoglia capacità giuridica in materia politica ed economica. E se è vero il conflitto è tra chi difende le sovranità nazionali, la democrazia, i diritti sociali del lavoro e chi invece difende il globalismo apolide e sradicante di cui l’Unione Europea è portatrice, noi sappiamo da che parte stare: noi difendiamo l’Italia.