Le priorità del governo: taglia le tasse sulle spa, non sui pannolini
Iva agevolata al 10 per cento anziché al 22 per i massaggi e i trattamenti di bellezza negli hotel: all’erario costerà 1 milione di euro di minori entrate
Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono a caccia di risorse, non riescono a chiudere la legge di Bilancio, che slitta. Eppure, a dispetto delle proteste di industriali e commercianti, una riduzione delle tasse c’è. Interessa le “prestazioni di benessere del corpo e cura della persone”, ovvero i massaggi e i trattamenti di bellezza, che, dal 1 gennaio 2019, grazie al governo gialloverde, usufruiranno di un’iva agevolata al 10 per cento anziché al 22, a patto che siano somministrate all’interno di un albergo. Lo prevede un emendamento presentato da Manfred Schullian, deputato della SVP, e approvato in commissione grazie ai voti – decisivi – di Movimento 5 stelle e Lega. A co-firmarlo i suoi corregionali Renate Gebhard, Albrecht Plangger, l'ex grillino Salvatore Caiata.
Mi sembra che le priorità della manovra del popolo sono chiare: Iva giù per le Spa degli alberghi, ma non per pannolini per bebé. pic.twitter.com/WofjSISfsQ
— David Carretta (@davcarretta) 4 dicembre 2018
L’agevolazione è strutturale e all’erario costerà 1 milione di euro di minori entrate a decorrere proprio dall’anno prossimo. I massaggi dentro gli hotel, dunque, potranno avvantaggiarsi di una aliquota iva particolarmente vantaggiosa.
La maggioranza, però, ha avuto ben altro atteggiamento due votazioni prima, quando era in discussione un emendamento alla legge di Bilancio, il 12.08, presentato dal Pd, con il quale si proponeva una riduzione dell’Iva al 5 per cento per i pannolini e il latte in polvere. La motivazione del parere contrario all’emendamento è stata fornita da Laura Castelli in persona. La sottosegretaria all’Economia ha motivato il diniego col “rischio” che ridurre l’iva su tali generi di consumo, senza un previo accordo con l’Ue, avrebbe potuto comportare una procedura di infrazione per l’Italia. E pensare che l’intera Manovra del Cambiamento, che sfora così vistosamente i vincoli europei, sta per comportare l’apertura della più onerosa tra le procedure di infrazione mai aperta contro il nostro Paese.