Per Rixi l'unico problema delle grandi opere è la lentezza con cui vengono fatte
"Il Terzo Valico si realizzerà, come la Gronda e la Tav". Parla il sottosegretario leghista ai Trasporti, e invita tutti a essere meno ideologici e più concreti. Toninelli avvisato
Non solo il Terzo Valico, ma anche la Gronda e la Tav. Farle, e farle in tempi rapidi: questa è la ricetta di Edoardo Rixi. Il problema vero, a sentire lui, è che in Italia quando si parla di grandi opere "c'è troppa ideologia e poca concretezza". Non li nomina esplicitamente, i colleghi di governo del M5s: ma quando parla d'infrastrutture e denuncia "le troppe discussioni e il poco pragmatismo operativo", pare evidente che il viceministro leghista ai Trasporti si riferisca soprattutto a loro, ai grillini. E forse, più di tutti, al titolare del suo stesso ministero, Danilo Toninelli.
Parla all'assemblea dell'Ance di Genova, parla ai costruttori della sua stessa città, Rixi. Ed è a loro che dà innanzitutto la conferma che sì, "il Terzo Valico ovviamente verrà fatto". Quell'opera che per Luigi Di Maio "va messa da parte" ("Se andremo al governo verrò a Genova a dire che il Terzo Valico non si fa più", diceva il capo grillino nel febbraio scorso), a giudizio di Rixi "non solo va completata", ma va ulteriormente potenziata: "Vanno riprogrammati cioè anche i lavori di Ferrovie dal nodo di Tortona fino a Milano, così da portarci finalmente l'Alta velocità". E insomma se un problema può essere connesso, al Terzo Valico, è la lentezza: "Perché il progetto risale addirittura al 1992 - insiste Rixi - e i lavori sono stati bloccati varie volte".
Ciò che è necessario fare, a detta dell'esponente del Carroccio, è "cambiare paradigma", perché "il tema vero è che bisogna far capire al paese che i problemi vanno affrontati e non bisogna, invece, tutte le volte nasconderli sotto al tappeto". Riferimento neppure troppo velato ai cincischiamenti grillini, corredati da analisi su costi e benefici i cui esiti vengono poi congelati al Mit, in un sovrabbondare spesso contraddittorio di riscontri economici, giuridici e occupazionali. E si arriva così, inevitabilmente, anche alla Tav, "un progetto dei primi anni Novanta", ricorda Rixi, che "verrà realizzato nel 2030, forse nel 2035. Parliamo del sole dell'avvenire". Insomma, il problema per il vice di Toninelli il punto non è fermare i lavori, ma la lentezza con cui vengono realizzati.
Ritardi e lungaggini che spesso si risolvono in esiti tragici, come nel caso del ponte Morandi. "Per noi - spiega Rixi - già all'inizio degli anni Novanta dovevano esserci i cantieri per la Gronda. Qualcuno poi li ha fermati, e i finanziamenti già erogati per quell'opera sono andati a finire sulla Salerno-Reggio Calabria. E così si è rimandato tutto di venti anni e alla fine è venuto giù il viadotto". Insomma i dubbi sulla necessità di certe infrastrutture non sono neppure ammissibili, ormai. "La Gronda? Genova non può non avere una tangenziale. Il Terzo Valico? Il primo porto d'Italia non può non avere un collegamento ferroviario ad alta capacità veloce". Altro che ostacolare i collegamenti internazionali, dunque. Dice Rixi: "Ventimiglia è un valico più trafficato persino del Brennero. Tutta la penisola iberica passa di là. E noi però in quel tratto abbiamo un binario unico, per cui dobbiamo viaggiare solo su gomma e non su ferro, con tutti i disagi che, specie nella stagione estiva, questo comporta".
L'assemblea dell'Ance, a Genova, pare apprezzare questa presa di posizione di Rixi. Toninelli, chissà.