La novità di un premier argine contro Balconaro e Cialtronaro

Claudio Cerasa

Deficit, migranti, banche. L’Italia regge se il contratto di governo viene violato. Conte lo ha capito: una buona notizia

La tentazione di giocare ancora un po’ con le parole ci sarebbe e in fondo non ci vorrebbe nulla a dire che accanto a un vicepremier Cialtronaro e a un altro vicepremier Balconaro nel governo c’è un presidente del Consiglio che negli ultimi giorni ha fatto di tutto per guadagnarsi il soprannome di Banconaro. Ma giocare con le parole spesso significa giocare con i dettagli e giocare con i dettagli rispetto a quello che è successo negli ultimi giorni significa voler negare un fatto di una certa importanza che, per quanto si possa essere ostili nei confronti dell’esecutivo, non si può più negare. E il fatto è questo: a sette mesi dalla nascita del governo più pericoloso mai avuto dal nostro paese dal Dopoguerra a oggi, improvvisamente l’Italia scopre di avere un presidente del Consiglio. Giuseppe Conte, lo avrete capito, non è il nostro tipo, il suo governo non è il nostro governo, la visione economica del suo esecutivo siamo convinti che trascinerà l’Italia verso la recessione, il clima di sfiducia generato dall’incompatibilità con la realtà del contratto di governo crediamo che alimenterà ancora a lungo un clima letale di sfiducia, la natura della sua maggioranza ci sembra una nuova forma di squadrismo digitale.

 

Nonostante questo, negli ultimi mesi il presidente del Consiglio è riuscito a ottenere alcuni risultati veri e non scontati che non possono non essere riconosciuti. Sono come delle piccole gocce di buon senso in un oceano di follie populiste ma non esiste un’opposizione vera se non riconosce dei meriti, e alcuni meriti oggi vanno riconosciuti. Il governo del cambiamento doveva non rinnovare le sanzioni alla Russia, ma poi al Consiglio europeo Giuseppe Conte ha scelto di rinnovare le sanzioni. Il governo del cambiamento doveva diminuire le spese militari e interrompere il programma di acquisto degli F-35 ma alla fine tra i tanti guai della manovra non ci sono spese militari in meno e F-35 rottamati. Il governo del cambiamento doveva fermare i lavori del Tap, bloccare il Terzo Valico e trasformare l’Ilva in un parco giochi ma a oggi il presidente del Consiglio può rivendicare di aver portato il governo sulla giusta strada in tutte e tre le partite. Il governo del cambiamento, non per ultimo, doveva sforare il deficit, fottersene dei trattati europei, mettere in discussione l’euro e alla fine, grazie al cielo, non certo per merito di Balconaro e Cialtronaro, il governo il deficit non lo ha scassato, la procedura di infrazione l’ha evitata, i trattati li ha rispettati e l’euro ha promesso di proteggerlo. Infine, notizie degli ultimi giorni, la stessa storia l’abbiamo vista sui migranti e sulle banche.

 

Sui migranti il presidente del Consiglio, che non ha mai dato autorizzazione a chiudere i porti, ha fatto quello che Cialtronaro non voleva fare e dopo giorni di attesa ha accolto una parte dei migranti della Sea Watch. Sulle banche ha fatto invece quello che avrebbe fatto un qualsiasi altro governo di buon senso e ha scelto – copiando parola per parola – un decreto sulle banche fatto dal precedente governo, scrivendo un decreto legge per mettere in sicurezza Carige.

 

   

La novità di un governo che scopre di avere un presidente del Consiglio che ogni tanto non fa la cosa sbagliata ha spiazzato le opposizioni, che non riescono a contrastare il presidente del Consiglio se non rimproverandogli di aver preso su alcuni dossier le stesse decisioni prese in passato da chi si trovava un tempo al governo. Ma è una novità destinata a disorientare anche il governo.

 

Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con i sondaggi non può non aver notato che il discreto consenso di Conte (secondo Ipsos a dicembre aveva circa il 60 per cento dei consensi) non è direttamente proporzionale a quello del Movimento 5 stelle (il cui consenso è in calo costante da mesi) e allo stesso modo chiunque abbia un minimo di dimestichezza con gli equilibri della politica non può non aver notato che il passaggio di Conte da vice dei suoi vicepremier a capo dei suoi vicepremier ha portato non a una stabilizzazione del governo ma a una sua destabilizzazione – e non è un caso che nel giro di ventiquattro ore, subito dopo la sberla data a Conte e a Salvini sulla Sea Watch, la Lega abbia annunciato prima il suo dissenso feroce sullo stop alle trivellazioni voluto dal Movimento 5 stelle e poi la sua scelta sabato prossimo di partecipare in modo ufficiale a una nuova manifestazione a favore della Tav convocata a Torino.

 

Il governo del cambiamento resta un pericolo per l’Italia e la credibilità del nostro paese resta sempre legata alla capacità che ha il governo di non applicare il suo contratto. Ma nel nuovo quadro politico una novità c’è e la novità è che c’è un presidente del Consiglio che a poco a poco sembra essere più sensibile alle parole di Mattarella che a quelle di Di Maio e Salvini. Non è molto ma è comunque un fatto.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.