"L'alternativa alla democrazia rappresentativa è la dittatura". Parla Violante
"Il ddl Fraccaro sul referendum propositivo è stato migliorato, ma la democrazia diretta l'ha realizzata solo Pericle", dice l'ex presidente della Camera
Roma. Professor Luciano Violante, il Parlamento riforma il referendum propositivo. Si può considerare un fatto positivo? “Direi di sì. Non è una novità dal momento che la riforma costituzionale proposta dal governo Renzi si poneva lo stesso obiettivo. L’interrogativo è diverso: si tratta di una integrazione della democrazia rappresentativa, o di un primo passo per una sostituzione della democrazia rappresentativa o per una pari legittimazione tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa”.
Sul Corriere ha scritto che, in assenza di adeguata conoscenza, i cittadini rischiano di trasformarsi in “massa di manovra” per oligarche partitiche o per minoranze agguerrite. “Oggi l’opinione pubblica si forma prevalentemente sui social network: chi è in grado di manovrarli esercita potere. Una campagna di comunicazione particolarmente azzeccata o un intervento mirato, magari sollecitato da un paese straniero, possono incidere sul processo di formazione dell’opinione pubblica, e dunque sulla dinamica democratica. L’unica grande forma di democrazia diretta la realizzò ad Atene Pericle, e Tucidide racconta che quel regime degenerò ben presto nel governo di uno solo. Le mie sono cautele, non obiezioni. Non si può affidare a una minoranza il potere di decidere per tutti”. Insomma, bisogna guardarsi dalla “dittatura della maggioranza” non meno che da quella della minoranza, che è tipica della democrazia diretta. “Tornando all’Atene periclea, dei circa 30 mila uomini abilitati a prendere parte alla votazione partecipavano soltanto in seimila”.
Vengono alla mente certe consultazioni web, targate 5 Stelle, con percentuali di partecipazione a dir poco risibili. “Alcuni parlamentari sono stati candidati ed eletti sulla base di dieci preferenze… Per questo, ribadisco, se qualcuno ha in mente di sostituire un sistema con un altro è bene che si apra un dibattito pubblico aperto. Mi pare che proprio Davide Casaleggio abbia detto che in futuro il Parlamento non sarà più necessario”.
Di recente Alessandro Di Battista ha definito la democrazia rappresentativa “obsoleta come la monarchia assoluta”. “L’alternativa alla democrazia rappresentativa non è quella diretta ma la dittatura. Se un partito importante come M5s coltiva un disegno complessivo di svuotamento del Parlamento, deve dirlo chiaramente. Meglio discuterne con serietà piuttosto che approvare volta per volta singoli frammenti, apparentemente sparsi, di un disegno complessivo ”. A che cosa si riferisce? “Alle modalità di approvazione della legge di Bilancio o alla proposta di introdurre il mandato imperativo che serve a svuotare la libertà dei parlamentari per assegnare al capo un potere decisionale assoluto. Ho fatto anche io il capogruppo e so quanto è difficile ottenere il consenso di tutti i componenti del gruppo. Ma questo consenso non si ottiene con misure disciplinari; si ottiene con l’ascolto, la discussione e l’autorevolezza”.
Veniamo al ddl Fraccaro: con l’introduzione del quorum al 25 percento degli aventi diritto e l’abolizione dell’idea di un “ballottaggio” tra proposta popolare e legge eventualmente approvata dal Parlamento, si può dire che il testo sia un buon compromesso? “Il testo è stato notevolmente migliorato rispetto a certi eccessi iniziali. Il quorum fissato a un quarto degli aventi diritto impedisce a una minoranza di decidere per tutti”. Sul punto si era espresso anche Matteo Salvini: “Non possiamo permettere che in dieci si svegliano al mattino e decidono cosa fare”. “È buon senso. Mi preoccupa però l’assenza di una strategia unitaria tra le due forze di governo. Son costrette a negoziare continuamente tra loro i contenuti di ogni provvedimento; le obiezioni sono superato non all’interno di una comune strategia, ma in presenza di una contropartita adeguata”.
Un altro punto critico riguarda il novero delle materie escluse dall’iniziativa popolare: nella fase istruttoria la Consulta esprimerà un giudizio integrale, non solo di ammissibilità. “Mi sembra un elemento di ulteriore apprezzamento nei confronti del ministro Riccardo Fraccaro”.
Professore, una curiosità: Lino Banfi ambasciatore italiano all’Unesco. “È già stato detto tutto”. Sembra che titoli di studio e competenze abbiano, di colpo, perduto valore. Sono ignorante e me ne vanto. “È una conseguenza del populismo, che è un metodo, non un contenuto. Durante la campagna per le presidenziali americani ho assistito a un comizio di Trump che arringava la folla con frasi come ‘Io amo gli ignoranti’. L’ignoranza impone un criterio paritario: uno vale uno. La tua conoscenza vale quanto la mia ignoranza. È in corso un cambio d’epoca con una inevitabile sostituzione di classi dirigenti: se le vecchie si basavano su élite sapienti, le nuove rinnegano il valore della conoscenza. Semplice”.