I grillini dell'europeismo
Volt, il movimento paneuropeo dei millennial, prepara la sua corsa alle Europee. Il presidente Venzon: “Siamo l'alternativa ai partiti tradizionali e le elezioni di maggio saranno il nostro trampolino di lancio”
“Vogliamo occupare uno spazio politico lasciato libero dagli altri partiti: noi siamo diversi”. Questo è l'obiettivo di Volt, movimento paneuropeo fondato nel 2017 da un gruppo di giovani sfiduciati dalla Brexit e dall'ascesa dei sovranisti in Europa. Il presidente Andrea Venzon, 26 anni, racconta al Foglio i progetti per il futuro: “Abbiamo fatto un tour in Italia per promuovere il nostro movimento. Siamo stati a Potenza, Reggio Calabria, Palermo e Siracusa e abbiamo concluso il nostro percorso a Milano ieri sera (martedì 29 gennaio ndr), con un incontro al Teatro Verdi. Questo weekend ci sarà il nostro congresso a Firenze in cui i tesserati sceglieranno i candidati alle elezioni europee. Parteciperanno come ospiti Carlo Calenda, Marco Cappato e Marco Bentivogli”.
Qual è l'obiettivo per le europee?
“Innanzitutto, sarà difficile ottenere le 150 mila firme necessarie per partecipare alle elezioni in Italia. Questa barriera democratica è molto alta da noi rispetto agli altri paesi europei, ma speriamo di riuscirci. Abbiamo 60 comitati locali e 4 mila volontari in tutto il paese”.
Anche la soglia del 4 per cento per entrare al Parlamento europeo è un grande ostacolo. Perché non create una coalizione?
“Noi vogliamo diventare una forza politica autonoma, le elezioni europee non sono il fine. Puntiamo a diventare un partito politico che duri nel tempo, vogliamo partecipare alle elezioni regionali in Piemonte, ci saremo quasi sicuramente alle elezioni locali a Novi Ligure. Abbiamo già preso il 2 per cento a Bruxelles. Sarebbe semplice entrare in una coalizione, ma 'il lavoro sporco' della raccolta firme, del rapporto col territorio, ci sarà utile per il futuro. Noi vogliamo una rivoluzione politica, e possiamo essere un'alternativa per tutti i cittadini delusi dai partiti tradizionali”.
Per candidarvi in Italia non basterà parlare della riforma dell'Unione europea.
“Certo, e infatti il nostro manifesto non è limitato all'Europa. Noi proponiamo maggiori investimenti su crescita e lavoro. Chiediamo un miglior utilizzo dei fondi europei per finanziare gli investimenti pubblici. Vogliamo anche ampliare i diritti dei cittadini, in Italia ci sono delle barriere normative che impediscono alle donne di entrare nel mondo del lavoro. Infatti nella nostra lista per le europee ci saranno le quote rosa. Abbiamo una grande sensibilità per i temi legati all'ambiente. Crediamo che l'industria fotovoltaica possa creare nuovi posti di lavoro in futuro”.
Ma qual è la differenza tra voi e +Europa?
“C'è una differenza d'impianto fondamentale; noi porteremo avanti le nostre proposte negli altri stati perché siamo un movimento transnazionale. Siamo presenti in 11 paesi europei (tra cui Francia, Spagna, e Germania, ndr) e forse ci candideremo anche altrove. Non vogliamo essere presenti solo a Milano in zona 1 o a Roma centro; non siamo un partito elitario, +Europa spesso ha dato quest'impressione. Noi non siamo solo a favore di una maggiore integrazione europea ma vogliamo sistemare i problemi esistenti dell'Ue. L'Erasmus è un buon esempio di ciò che andrebbe migliorato: i beneficiari sono una piccola percentuale degli studenti universitari, ma dovremmo ampliare lo schema anche ai liceali e ai professori”.
Ma qual è il vostro elettorato di riferimento?
“Vogliamo attrarre i giovani, e non solo, che in precedenza hanno votato per il centrodestra, il centro e il centrosinistra. Al Sud puntiamo ai voti di coloro che hanno scelto il Movimento 5 stelle alle ultime elezioni e adesso sono delusi dalle promesse mancate”.
Però su alcune questioni, come le grandi opere, pensate l'esatto contrario del M5s.
“È vero, ci sono molte differenze sui contenuti. Noi puntiamo agli elettori che credevano nella trasparenza del M5s, ma l'alleanza con la Lega e i primi mesi di governo hanno cambiato questa percezione. Oggi molti cittadini sono delusi dal modus operandi del M5s”.
È giusto dire che voi siete simili al M5s nel metodo e a +Europa nei contenuti?
“Ci sono dei punti in comune col M5s sulla democrazia dal basso – anche noi puntiamo molto sulla rete, sulla piazza. La differenza è che noi non abbiamo un padre padrone. Sui programmi invece siamo più vicini a +Europa”.