Rousseau e la truffa del voto sul caso Diciotti-Salvini
Sulla piattaforma online il M5s pone ai suoi iscritti un quesito ad hoc per nascondere la vera posta in gioco nella richiesta di autorizzazione a procedere contro l'alleato di governo
Il M5s si dice inamovibile sui suoi principi. “Niente immunità, niente insindacabilità”, c'è scritto sul sacro blog. Però sul caso dei migranti della nave Diciotti per Matteo Salvini, probabilmente, il Movimento deciderà di fare un'eccezione. “Questo quindi non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari – si legge sul blog delle Stelle –. È un caso senza precedenti perché mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc)”. Così, con queste premesse, il Movimento 5 stelle farà decidere oggi agli iscritti sulla sua piattaforma online Rousseau se la Giunta per le immunità parlamentari del Senato debba concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti dell'alleato di governo. Basterà un sì o un no. Ma non è così semplice. Perché per votare sì occorrerà barrare il no e, viceversa, per dire sì bisognerà scegliere il no. Una mossa da Azzeccagarbugli che ha scatenato l'ironia del fondatore, Beppe Grillo: “Se voti Sì vuol dire No. Se voti No vuol dire Sì. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!".
La domanda che il M5s pone agli iscritti della piattaforma Rousseau:
Questa è la domanda che il m5s ha scelto di fare per nascondere la vera posta in gioco nella richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini. Manca solo lo scappellamento a destra, ma per il resto ci siamo: un partito fondato da un comico gestito ufficialmente da pagliacci pic.twitter.com/PD1pg5wTD4
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019
Su Twitter, il M5s dà istruzioni agli iscritti sul senso del quesito online, preoccupandosi di sottolineare il “preminente interesse dello stato” nella decisione di non fare sbarcare i migranti.
Non si tratta di decidere se “mandare a processo il ministro dell’Interno” ma di valutare se la decisione di trattenere i migranti qualche giorno a bordo della nave #Diciotti è stata presa sulla base di un interesse dello Stato o no.https://t.co/XDkqDQsPZR
— Movimento 5 Stelle (@Mov5Stelle) 17 febbraio 2019
E come rileva il direttore Claudio Cerasa
Nella domanda truffa offerta dai pagliacci a cinque stelle ai propri elettori sul caso Diciotti-Salvini c'è un elemento interessante che vale la pena mettere in rilievo. E' quello che trovate in questa parte della domanda: “per redistribuire i migranti nei vari paesi europei”. pic.twitter.com/i9oGlw0mln
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019
In modo esplicito, il M5s ammette che il fine politico che giustificherebbe il mezzo scelto dal governo sul caso Diciotti è legato al tema dei temi: redistribuire i migranti nei vari paesi europei.
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019
E' una confessione interessante perché in teoria i problemi sulla redistribuzione dei migranti dovevano essere stati risolti otto mesi fa quando al Consiglio Europeo del 26 giugno il governo disse che finalmente l'Europa sui migranti aveva ascoltato l'Italia.
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019
Il problema è che non è mai andata così e anzi il governo ha creato le condizioni per non modificare mai più l'unico trattato che andrebbe modificato per evitare che un migrante sbarcato in Italia sia costretto a fare automaticamente richiesta d'asilo nel nostro paese...
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019
... ragione per cui Salvini quando può cerca di non far sbarcare i migranti (dalla Diciotti alla Sea Watch). Il trattato di Dublino, come sapete, prevede una cosa semplice:
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019
il primo stato membro in cui viene registrata una richiesta di asilo è responsabile della richiesta del rifugiato e nel contratto di governo è stato promesso di portare avanti “la revisione del Regolamento di Dublino e l’equa ripartizione dei migranti tra tutti i paesi dell’Ue”.
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019
I campioni del sovranismo tendono a non ricordarlo ma lo scorso anno il Parlamento eu. ha approvato una legge – non votata dal M5s e bocciata dalla Lega! – che cancella il criterio che il primo paese di accesso debba essere quello in cui il migrante presenta la richiesta d’asilo
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019
Il problema è che alla fine di giugno il primo Consiglio europeo a cui ha partecipato Conte ha creato le condizioni per non modificare mai più quel trattato, accettando un principio imposto dai paesi di Visegrád.
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019
Il principio è questo: ogni modifica del trattato di Dublino deve essere decisa all’unanimità dei paesi dell’Unione europea. In altre parole, è sufficiente che uno dei paesi europei amici di Salvini (Orbàn) ponga il veto alla modifica del trattato per non modificarlo più.
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019
In altre parole, ma lo avrete già capito, il movimento 5 stelle ci sta dicendo che gioca sulla pelle dei migranti, e sulla credibilità di un paese, perché in Europa non è riuscito a ottenere nulla di quanto promesso sul tema dell'immigrazione.
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019
E in questo senso per redistribuire i migranti in Europa resta solo una soluzione: chiudere i porti anche senza averli chiusi. Così, solo per la precisione, per non rimanere anche voi nella trappola creata dai pagliacci del cambiamento.
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019
Qui se volete trovate qualche appunto in più https://t.co/ryU69RvEdN
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 17 febbraio 2019