Rousseau chi?
Parla Crucioli, grillino in giunta per le Immunità. “Voterò secondo scienza e coscienza, non seguendo il web”
Roma. “Per settimane ci siamo studiati le carte del caso Diciotti, abbiamo approfondito, discusso, dibattuto. Per settimane abbiamo ripetuto, a chi ci chiedeva una indiscrezione, che bisognava analizzare il dossier”. E ora? “E ora, dunque, io voterò secondo scienza e coscienza. La mia scienza e la mia coscienza”. E non, dunque, secondo le indicazioni che arriveranno dalla piattaforma Rousseau? E qui Mattia Crucioli (foto sotto), avvocato genovese, senatore del M5s, esponente della giunta per le Immunità che oggi è chiamata a esprimersi sull’autorizzazione a procedere, si ferma a pesare con scrupolo le parole. “Rivendico il mio ruolo e la mia responsabilità”, dice poi. E aggiunge: “Se questo, poi, possa piacere o dispiacere a qualcuno, non mi interessa nulla”.
E insomma a nulla è valsa l’ansia spasmodica con cui si è atteso, per ore, l’esito di una votazione indetta da chi, incerto sul da farsi, ha infine deciso di non decidere. “Non chiedetelo a me, il senso di questa operazione”, si schermisce Crucioli. “Chiedetelo a chi ha optato per questa votazione”.
E’ stato Luigi Di Maio, a volerla. Ed è stato sempre lui a dire che bisognerà “sostenere l’esito” della consultazione online su Rousseau, qualunque esso sia. “Io, personalmente, non mi baserò su quello. Deciderò secondo le convinzioni maturate in queste settimane. Io, e come me i miei colleghi del M5s in giunta, ho condotto un lavoro serio e approfondito, analizzando le carte inviateci dal tribunale di Catania e la relativa richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini, proprio per potere esprimere un giudizio responsabile e informato”. Cosa che, evidentemente, non tutti gli iscritti al M5s che hanno votato online hanno potuto fare. “Non sta a me giudicarlo. Mi limito a riconoscere che però è difficile farsi un’idea su una questione così delicata, senza una attenta analisi. Dopodiché, la giunta per le Immunità è un organo paragiurisdizionale, che deve esprimere un parere tecnico, e che dunque non può essere subordinato a consultazioni di altro tipo”. Ma la decisione è politica, in fondo. “Niente affatto. La giunta è un organo apolitico per definizione. Sarebbe gravissimo ammettere il contrario: equivarrebbe a dire che, su questioni giuridiche tecniche, si decide sulla base dell’appartenenza politica. Perciò rivendico il mio ruolo e la mia responsabilità”.
A proposito di responsabilità: Di Maio ha detto che ognuno deve assumersi la sua, ricordando a tutti che dalle sorti del voto su Rousseau potrebbe dipendere il destino del governo. “Ma figuriamoci. Io non sento neppure una briciola, di tutta questa pressione che voi dite”. Non noi, Crucioli, ma il capo del suo movimento. “Non avverto alcun peso politico sulle mie spalle. La persona in questione può chiamarsi Salvini oppure in altro modo, ma voterei comunque secondo scienza e coscienza”. E cioè, nella fattispecie, come? “Guardi, il presidente della giunta, Gasparri, nella relazione con cui propone di negare l’autorizzazione a procedere, afferma di fatto che l’operato del governo è legittimo perché il fine giustifica i mezzi. Ecco, per me questo è intollerabile. E credo che per l’intero M5s sia impossibile avallare un simile assunto, specie se si tratta di un’azione di governo che ha quantomeno compresso i diritti civili di alcune persone. Lasciare passare questa affermazione, sia pure in virtù di un voto online, costituirebbe un precedente gravissimo”. Dunque voterà No, cioè Sì: insomma, Salvini a processo? “Questo, ora, non mi va di dirlo”.