Vaccini come sterminio. Deliri no vax e inopportuni appoggi a Cinque stelle
Gira per Trento un camion con un enorme manifesto che paragona i bambini non vaccinati esclusi da scuola a quelli ebrei, vittime delle leggi razziali
[Articolo aggiornato il 20 febbraio 2019] In calce pubblichiamo la rettifica dell'Associazione SìAmo
I bambini non vaccinati esclusi dalle scuole sono come i bambini ebrei vittime della Shoah. Il paragone, evidentemente fuori luogo e di pessimo gusto, campeggia su un cartello itinerante a bordo di un camion, che da giorni sta facendo il giro di Trento. La firma è quella del movimento politico SìAmo, il cui vicepresidente è il medico Dario Miedico, al quale è stato notificata la radiazione dall'Ordine dei medici nel maggio 2017, un provvedimento contro il quale ha fatto ricorso. Al primo punto del suo statuto il movimento pone “l'abrogazione della cosiddetta legge Lorenzin e riappropriazione del governo della salute” e tra le finalità ha lo “sviluppo della coscienza collettiva, a partire dalla imprescindibile difesa della Costituzione e dalla reazione popolare verso leggi liberticide come quelle della obbligatorietà dei vaccini della loro diffusione progressiva”.
“La storia si ripete”, recita il cartello che raffigura due bambini, uno segnalato come “non ariano”, l'altro come “non vaccinato”. “La teoria della superiorità della razza ariana giustifica le esclusioni scolastiche (medici e scienziati nel 1939). La teoria dell'immunità di gregge vaccinale umana giustifica le esclusioni scolastiche (medici e scienziati nel 2019). Ma quel è lo studio scientifico che conferma queste teorie discriminatorie?”, spiega il manifesto. Per la cronaca, l'immunità di gregge è definita dall'Oms come: “L'immunità che si ottiene quando la vaccinazione di una porzione della popolazione offre una protezione agli individui non protetti”. Nonostante vari studi abbiano evidenziato la sua plausibilità, è vero che allo stato attuale risulta difficile dimostrarne direttamente l'esistenza. Tuttavia questa può essere dimostrata indirettamente da casi come quello dell'eradicazione della rabbia in Germania o quella del vaiolo, oppure sull'osservazione della diffusione del morbillo in un'isola o in una città.
Tornando al movimento di Miedico, non c'è solo il caso del camion no vax: SìAmo ha condiviso sulla sua pagina Facebook un post nel quale vengono accostati il sistema di codifica dei contrassegni usati dai nazisti nei lager (i triangoli colorati e le stelle di David appuntati sulle giubbe dei prigionieri dei campi di concentramento) al simbolo del triangolo rovesciato che identifica i farmaci sottoposti a “monitoraggio addizionale”. Di cosa si tratta? Secondo il post no vax “ora i triangoli non te li cuciono addosso... te l’iniettano!!!” e il triangolino nero significherebbe che “quel farmaco è ancora in fase di sperimentazione in VIVO, e la SPERIMENTAZIONE la stanno facendo su Tuo Figlio”.
Non è così: con la legislazione di farmacovigilanza, l’Unione europea ha introdotto la procedura per contrassegnare i medicinali che sono oggetto di uno stretto e specifico monitoraggio da parte delle agenzie regolatorie e che appunto rientrano nella denominazione di “medicinali sottoposti a monitoraggio addizionale”. Dopo la loro immissione sul mercato dell'Ue, insomma, tutti i farmaci sono sottoposti a monitoraggio. Quelli contrassegnati dal triangolo nero sono sottoposti a un monitoraggio ancora più attento rispetto agli altri. Questo perché le informazioni disponibili sul medicinale sono più scarse, ad esempio perché è stato commercializzato solo di recente o perché i dati sul suo impiego nel lungo termine sono ancora limitati. Ma ciò non significa che non sia sicuro.
Le autorità competenti europee autorizzano i medicinali solo dopo averne valutato i rischi e i benefici sulla base dei risultati di studi clinici, condotti però su un numero relativamente piccolo di pazienti – selezionati e seguiti attentamente in condizioni controllate – per un periodo di tempo limitato. Nella reale pratica clinica, il farmaco sarà utilizzato da un gruppo di pazienti più ampio e diversificato. Questi pazienti potrebbero essere affetti da altre malattie e potrebbero assumere anche altre cure. Perciò alcuni effetti indesiderati meno frequenti si possono verificare soltanto se una medicina è usata a lungo da un numero elevato di persone. È quindi fondamentale che la sicurezza di tutti i prodotti sia continuamente monitorata durante la loro commercializzazione. In questo modo le autorità competenti hanno a disposizione molte informazioni su cui fare affidamento per poter prendere decisioni, all'occorrenza potere intervenire rapidamente per garantire la sicurezza dei pazienti, per esempio fornendo avvertenze speciali per i pazienti e gli operatori sanitari o limitando le modalità di impiego di un certo farmaco.
Secondo Alessandro Bertoldi, presidente di Alleanza per Israele, la campagna sul camion a Trento è un “volgare delirio”: “I contenuti del manifesto delirante e folle affisso a Trento da un gruppo di no vax è quanto di più offensivo nei confronti delle vittime della Shoah sia mai stato propagandato negli ultimi anni”. Il consigliere comunale del M5s Andrea Maschio, ha parlato di “oltraggio e spregio della storia” e chiesto al sindaco di Trento di vietare la sosta del cartellone itinerante. Eppure proprio alcuni rappresentanti del M5s, già in passato, hanno associato i vaccini a uno sterminio: a fine gennaio scorso i free vax di Corvelva, associazione che si batte per l'abolizione dell'obbligo vaccinale, erano stati ricevuti a Montecitorio. La sala era stata richiesta dalla deputata grillina Sara Cunial che in un post pubblicato su Facebook il 6 gennaio 2018 spiegava come il vaccino sia “un genocidio gratuito”.
Nonostante il ministro della Salute Giulia Grillo e una discreta fetta dei Cinque stella abbia più volte confermato l'importanza delle vaccinazioni – e il capogruppo M5s alla Camera, Francesco D'Uva abbia preso “le distanze dall'iniziativa della deputata, nell'organizzare una conferenza stampa alla Camera dell'associazione vicina ai no vax Corvelva” – c'è ancora un'agguerrita falange grillina che non si rassegna al nuovo corso e mantiene legami e parole d'ordine del movimento antivaccinista.
Ieri, 18 febbraio, una delegazione di Corvelva è andata al ministero della Salute dove ha incontrato il medico e sottosegretario Armando Bartolazzi (M5s) e il capo della sua segreteria, il professor Salvatore Sciacchitano. L’ufficio stampa del ministero ha confermato a NextQuotidiano che l’incontro è effettivamente avvenuto. Corvelva ha precisato che “il sottosegretario Bartolazzi è stato molto rigido riguardo le sue personali posizioni sulla validità della pratica vaccinale” ma che l’obiettivo dell’incontro (durato tre ore) era quello di chiedere alle istituzioni “chiarezza su questioni strettamente legate ai quantitativi di alluminio contenuto nei vaccini” e sulla “eventuale non conformità di questi prodotti farmaceutici e parallelamente sulla verifica, dubbia, da parte degli enti controllori”. Tema al centro delle analisi di Corvelva – poi pubblicate dal Tempo ma smontate punto per punto dall'Aifa – dove si sostiene che i vaccini non contengano gli antigeni specifici e siano contaminati. A promuovere l’incontro di ieri al ministero alcuni consiglieri comunali del M5s Trentino, tra i quali Renzo Colpo, consigliere pentastellato del Comune di Mori che a luglio scorso promuoveva la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare sulla libertà di scelta per sospendere l’obbligo vaccinale e difende la diffusione di “informazioni alternative” che “mettono in discussione la pietra filosofale delle multinazionali del farmaco”, cioè i vaccini stessi.
Dal Ministero rendono noto che è stato fissato un incontro al quale parteciperanno Aifa e Iss e nel quale si dovrebbe discutere proprio delle famose analisi “indipendenti” sui vaccini dei free-vax.
RETTIFICA dell'associazione SìAmo
Ci teniamo a precisare che il Dott. Dario Miedico, non è un medico radiato, pertanto chiediamo che questa informazione venga immediatamente rettificata, e non venga mai più utilizzato tale aggettivo nei suoi confronti.
COMPRENDIAMO E CHIEDIAMO COMPRENSIONE.
PRECISAZIONI DOVUTE ALLA LUCE DELLE STRUMENTALIZZAZIONI DELLA NOSTRA ULTIMA CAMPAGNA
Comprendiamo quello che sta accadendo. Comprendiamo l’indignazione, le proteste, il sentimento che li muove. Perché conosciamo quello che è accaduto ottant’anni fa in Europa ed è lontanissima dal nostro cuore e dal nostro pensiero l’idea di minimizzare quanto avvenne allora. Desideriamo però che la medesima empatia venga esercitata da tutte le parti in causa nel dibattito apertosi dopo che un nostro manifesto - circolante su camion vela per le vie di Trento - è stato preso di mira da un esponente del Pd locale e, in seguito, dalla comunità ebraica. Oggetto del contendere il parallelo – contenuto nel manifesto - fra le leggi che nel 1938 impedirono l’accesso nelle scuole ai bambini ebrei e la legge 119 che dal 2017 prevede la medesima esclusione per i bambini non in regola con il nuovo calendario vaccinale – 10 vaccinazioni obbligatorie a partire dai 2 mesi di età, con circa 33 antigeni nei soli primi 13 mesi di vita.
Intanto ci preme precisare che la bimba ritratta nel nostro manifesto fu deportata ad Auschwitz nel 1942 e ad Auschwitz morì l’anno successivo, a soli 14 anni, pur essendo cattolica, pagando con la vita il prezzo non d’una fede ma d’una presunta inferiorità razziale: Czeslawa non era ariana, non apparteneva a quella razza superiore che il nazismo intendeva promuovere e proteggere da contaminazioni e a costo di orribili sperimentazioni. Ci premeva non chiamare in causa la comunità ebraica, con il suo carico di memoria e dolore, ma l’umanità intera, vittima in quanto tale di un massacro dalle motivazioni indegne.
Empatia, dicevamo: ascolto, partecipazione, sforzo di comprensione, immedesimazione. La mattina del 28 luglio 2017, migliaia e migliaia di famiglie italiane hanno dovuto scoprire al risveglio che i loro bambini non avrebbero più potuto frequentare nidi e materne. Migliaia e migliaia di famiglie hanno dovuto scoprire che i loro figli avevano perduto il diritto di crescere nei luoghi da sempre destinati all’infanzia. Migliaia e migliaia di famiglie hanno dovuto scoprire di aver perduto il diritto di prendere decisioni e compiere scelte relative al proprio bene primario: il corpo, la vita stessa dei loro figli. Si tratta o non si tratta della medesima spoliazione subita da migliaia di bambini innocenti in quel lontano e misero 1938? Lo stupore non è il medesimo?
Lungi da noi l’idea di costruire paragoni improvvidi con quanto avvenuto in seguito, deportazione, umiliazioni, torture, morte. Ma è possibile ipotizzare, fatta la tara di quel futuro e del nostro (che non ci è dato conoscere), che si sia vissuta la medesima sensazione di straniamento, di sofferenza, di stupore, di paura, anche? Oggi ci tolgono la scuola, domani chissà. Oggi ci tolgono il diritto alla socialità, alla conoscenza, al gioco, domani chissà.
Basta davvero un briciolo di empatia per comprendere che in quella mattina del 28 luglio 2017 milioni di persone – fra genitori, nonni, zii – sono state attraversate dagli stessi sentimenti che avevano attraversato un’ottantina di anni fa i cuori di tutti i genitori, nonni, zii ebrei di fronte a un regio decreto che il 5 settembre del 1938 realizzava la prima e più vile discriminazione di regime: quella dei soggetti più indifesi, i bambini. C’è qualcuno che possa negare questo parallelo sentimentale, intimo, prima ancora che terrificante negli esiti? Non c’è, ne siamo certi.
Potremmo anche fermarci qui, senza avventurarci nei meandri delle ipotesi su quel che ci aspetta oggi. Ma un piccolo invito alla riflessione vogliamo aggiungerlo: può un essere umano venire privato del diritto di disporre del proprio corpo? Può un essere umano essere costretto a curare se stesso in un modo piuttosto che in un altro? Chi stabilisce cosa è meglio per ogni singolo individuo, unico e differente da ogni altro? Come può una pratica di massa essere valida indistintamente per tutti, posta quella innegabile unicità? Quale sommo interesse, inesistente prima del 2017, si sta tutelando? Basterebbe cercare delle risposte a queste domande per far cadere nel vuoto polemiche innescate strumentalmente da esponenti politici che si fanno gioco dei sentimenti – sinceri e legittimi – della comunità ebraica come di quelli della comunità della “libera scelta”, che SìAmo si onora di rappresentare.
E’ una trappola per tutti noi, senza distinzione di razza, di religione, di idee politiche o filosofiche. La chiave è una sola per tutti, quindi, e non va smarrita: la chiave è il pensiero libero, il pensiero critico, che non si lascia orientare dal primo scienziato integralista come dall’ultimo politico in cerca di consensi. Ai quali chiediamo, senza indietreggiare di un solo passo, di rendere pubblico, se esiste, lo studio scientifico che dimostra l’esistenza della immunità di gregge vaccinale umana e che giustificherebbe il terribile atto discriminatorio posto in essere in Italia con la legge 119 del 2017. Di questo studio – l’unico che potrebbe legittimare quanto accaduto - restiamo in attesa, mentre ci apprestiamo a eliminare dai nostri manifesti quella stella a sei punte che comprendiamo poter ferire ancora oggi chi ha dovuto subire l’orrore della Shoah. Chiediamo però a tutti di comprendere il nostro punto di vista: senza studi accreditati che dimostrino l’esistenza dell’immunità di gregge vaccinale umana la stessa resta un dogma nel cui nome si sta consumando una azione (politica e non scientifica) discriminatoria e perciò razzista.
Cordialità
Movimento SìAMO
Risponde Enrico Cicchetti
Accogliamo volentieri la vostra rettifica ma ci tengo a ricordare che, come ha confermato telefonicamente al Foglio il dottor Roberto Carlo Rossi (presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano), al dottor Dario Miedico è stata effettivamente notificata la radiazione dall'Ordine. Tanto che lo stesso dottor Miedico lo conferma in questo comunicato. Come è suo diritto, Miedico ha fatto ricorso: in attesa del risultato dell'appello correggiamo la dicitura “radiato” in una forma più corretta.