Zingaretti è convinto di superare il 50 per cento e Renzi medita il gran ritorno
Intanto Maurizio Martina è partito alla rincorsa del governatore del Lazio e lotterà fino all’ultimo, anche se i suoi sponsor renziani si preparano già al piano B
Sta girando come una trottola, Maurizio Martina. Attraversa l’Italia in lungo e in largo nella speranza di riagganciare Zingaretti. Anzi di superarlo. Già, perché Martina e i renziani che lo sostengono (in primis Luca Lotti e Lorenzo Guerini) sono convinti di poter riuscire nell’impresa anche se tutti i pronostici sono contrari. Ritengono di avere ancora nel territorio big locali in grado di spostare notevoli pacchetti di voti. Del resto, è proprio per questa ragione che vogliono assolutamente mettere sulle schede delle primarie i voti di tutti quelli che sponsorizzano la candidatura di Martina. Perché sono loro, i capi bastone, come li chiamano poco elegantemente i sostenitori di Zingaretti, quelli che nei gazebo possono convogliare i consensi sull’ex segretario.
Mentre Martina è partito alla rincorsa e lotterà fino all’ultimo, i suoi sponsor renziani si preparano al piano B. Che è quello di prendere comunque un notevole numero di voti per i loro e di scavalcare l’ex segretario, quando sarà il momento, nella trattativa con Zingaretti nel caso in cui – come tutto porterebbe a credere – il presidente della regione Lazio vincesse le primarie. Per questa ragione vivono con un certo fastidio la candidatura di Giachetti il quale, pur essendosi posizionato al terzo posto, non ha nessuna intenzione di demordere e punta tutto, o quasi, sul voto d’opinione.
Zingaretti, comunque, sembra dare ormai per scontata la vittoria ed è convinto di superare la soglia del fatidico 50 per cento. Oltrepassando quel quorum, infatti, verrebbe eletto direttamente alle primarie senza dover passare per la votazione a scrutinio segreto dell’Assemblea nazionale.
Ma mentre i candidati sgomitano, sognano e preparano piani A e B, Matteo Renzi che fa? Apparentemente è impegnato anima e corpo a sponsorizzare il suo libro dovunque: televisioni, emittenti radiofoniche, incontri pubblici. Ma i suoi, pur non avendo avuto da lui nessuna informazione al riguardo, si sono convinti che l’ex presidente del Consiglio abbia deciso, sebbene non in maniera definitiva – perché è chiaro che molto dipenderà dall’esito delle elezioni europee del 26 maggio – di non tentare la strada della scissione e della creazione di un nuovo soggetto politico. Questo benché non scoraggi chi ci sta pensando (vedasi Sandro Gozi e Ivan Scalfarotto) a perseguire questo sentiero. Secondo quelli tra i suoi che lo conoscono bene e che però hanno deciso di rimanere nel Pd sostenendo Martina, Renzi starebbe addirittura meditando di riprendersi il partito in un futuro ovviamente non immediato ma nemmeno troppo lontano. Ed è questa la ragione, secondo loro, che lo ha spinto a frenare – e molto – sull’ipotesi della scissione.