Lo chiamavano Immunità. Claudio Cerasa su Salvini, Rousseau e il M5s
Oggi il M5s è come un arrosticino: cotto a fuoco lento. Da una parte le contraddizioni che smontano la sua propaganda, dall'altra la linea politica che porta l'Italia in recessione. Il direttore del Foglio a Otto e mezzo
Claudio Cerasa, il direttore del Foglio, è stato ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. “Per Salvini la partita è molto delicata”, spiega Cerasa, “perché rischia di passare dallo status di 'Lo chiamavano Trinità' a 'Lo chiamavano Immunità'. Ha anche cambiato idea sul suo destino perché ha capito che il rischio che il reato fosse davvero stato commesso era alto. Di Maio è in difficoltà: un po' per le contraddizioni interne al M5s, che ha sempre chiesto le dimissioni di ministri o politici indagati; un po' perché oggi i Cinque stelle sono come un arrosticino, vengono cotti a fuoco lento. Da una parte ci sono le contraddizioni che smontano la propaganda grillina ma dall'altra parte c'è la realtà. Quello che è stato fatto, la linea politica dei Cinque stelle ha portato l'Italia in recessione. Non si può addossare tutta la colpa al M5s ma una parte della responsabilità è del primo partito di governo”.
Perché Rousseau non viene cambiato se ha tutti questi problemi? “l contratto firmato dai parlamentari prevede che questi paghino dei soldi alla piattaforma Rousseau e l'impossibilità di agire in maniera diversa rispetto a quanto stabilito dalla piattaforma stessa, pena una multa da trecentomila euro, in violazione dell'articolo 67 della Costituzione che prevede non ci sia vincolo di mandato. Ma la cosa interessante è che il garante della privacy, nel 2017, ha scritto nero su bianco che la piattaforma Rousseau potenzialmente può manipolare i risultati di un voto. Da quando è stata fatta quell'analisi a oggi non è stato fatto granché”.