“Caro Salvini, non basta dire Sì Tav per fare la Tav”

Mino Giachino, promotore del movimento Sì Tav, che ha manifestato davanti a Montecitorio, spiega la tattica salviniana  dopo l'approvazione della mozione di maggioranza che impegna il governo a ridiscutere la Torino-Lione

Alberto Brambilla

Partiti all'alba da Porta Susa, con cartelli gialli “Sì Tav, Sì Lavoro” i sostenitori della linea ad alta velocità Torino-Lione sono stati ricevuti in tarda mattinata in audizione alla Camera. Quasi nelle stesse ore, proprio l'aula di Montecitorio dava il via libera alla mozione presentata da Lega e M5s che impegna il governo a ridiscutere il progetto (261 i sì, 132 i no, due gli astenuti)

 

La mobilitazione è stata indetta da Mino Giachino, l'ex sottosegretario ai Trasporti di Forza Italia e ora promotore della petizione Sì Tav su Change.org che ha superato centodieci mila adesioni. In questa intervista Giachino spiega al Foglio la tattica di Matteo Salvini: “La mozione, dal punto di vista legislativo non ha alcun valore”, dice al Foglio, “Ha una funzione tattica per consentire al M5s di superare la scadenza elettorale in Sardegna”. E aggiunge: “Caro Salvini, non basta dire Sì Tav per fare la Tav”.

  • Alberto Brambilla
  • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.