Luigi Di Maio (foto LaPresse)

Di Maio non vuole pagare la sconfitta in Sardegna e riorganizza il M5s

Il leader politico tira dritto e ripete che resta in carica altri 4 anni. Tornare ad ascoltare la base e via la regola del tetto dei due mandati per i consiglieri comunali. Ecco il nuovo corso del Movimento

Dopo la sconfitta elettorale in Sardegna, Luigi Di Maio annuncia una nuova organizzazione interna del M5s “per il bene degli italiani”, ma soprattutto per zittire chi, in queste ore, sta mettendo in discussione la sua leadership. Le parole d'ordine sono quelle che normalmente accompagnano tutti gli stati di crisi dei partiti italiani. La soluzione “magica” dei dei 5 stelle? Tornare ad ascoltare la base. Dopotutto l'accusa che gli muove la fronda degli scontenti grillini è quella di aver depauperato consensi diventando una costola della Lega e, soprattutto, di avere tradito i princìpi originari del M5s. La cura proposta da Di Maio è riorganizzarsi e rinnovarsi per “dare un colpo di reni”. Alle europee di maggio si vedrà se tanto basterà a risuscitare il partito di governo. Per ora il vicepremier tira dritto e prova a tranquillizzare i militanti: “Questo governo durerà altri 5 anni e io sarò capo politico per altri 4”. Quasi una minaccia, per i dissidenti e per quella fetta ampia del Movimento che si sente tradito dalla svolta governativa. "Penso che le elezioni amministrative non abbiano impatto sulla vita del Movimento a livello nazionale, non si può affrontare così le elezioni. Il Movimento è vivo e vegeto e combatte più forti di prima. Non mi arrendo all'idea che si paragoni il risultato delle politiche con quello delle amministrative, non ci arrenderemo mai come Movimento su questo".

 

"Quando siamo nati, nemmeno 10 anni fa, volevamo le stesse cose che vogliamo oggi – dice il capo politico dei grillini –: dire basta a ingiustizie, sprechi e squilibri. Ristabilire i diritti sociali e rimettere il cittadino al centro della politica. Oggi siamo al governo e sappiamo che, oltre che a livello nazionale, è fondamentale lavorare a livello locale ed europeo. Per questo vogliamo migliorare la nostra organizzazione. La mole di richieste che arrivano da tutto il territorio nazionale è enorme: abbiamo tante cose da fare in ogni regione, in ogni città, in ogni comune. Il nostro obiettivo è far partecipare un numero sempre crescente di persone e coinvolgere sempre più eccellenze”.

 

Tra le innovazioni in fase di studio anche la possibilità di abolire il tetto dei due mandati per gli eletti nei comuni. "Non si può pensare che essere consigliere comunale sia un privilegio, oggi - spiega Di Maio –. Possiamo discutere di nuove regole per i consiglieri comunali, per esempio che il loro secondo mandato non valga e possano candidarsi anche al consiglio regionale, o in Parlamento".

 

Anche sulle scelte che il governo dovrà fare a stretto giro, dal decreto Inps alla legittima difesa passando per la Tav, Di Maio usa toni rassicuranti. Sull’Istituto nazionale delle previdenza sociale “c’è l’accordo politico”, dice il vicepremier, “ma si attende solo la firma del Mef”. Sulla Torino-Lione, motivo di confronto aperto tra il ministro dell’Economia Giovanni Tria e quello delle Infrastrutture Danilo Toninelli, Di Maio concede che “vanno bene le opinioni personali”, ma “il faro è il contratto e si fa quello che c'è scritto. Le elezioni ci saranno nel 2023. Ma Tria non è in discussione”.

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