Salvini, due pesi e due vaccini
I migranti non vaccinati portano malattie e devono restare a casa loro ma i figli dei No vax devono restare a scuola
Roma. “Chiedete ai medici chi porta la scabbia e la tubercolosi. Non vengono dalla Svizzera, ma dall'Africa dove c'è un sistema sanitario più arretrato”, diceva Matteo Salvini nel 2014 ai microfoni della Zanzara su Radio24. “Queste malattie arrivano qui, basta consultare un medico da Milano a Taranto. E c'è anche l'Ebola, che è nel centro dell'Africa e speriamo non arrivi. Negli aeroporti c'è allarme”. Al leader del Carroccio non importarono le smentite scientifiche come quella di Maurizio Marceca, presidente della Società italiana di Medicina delle migrazioni (lo stesso giorno lo sbugiardò anche Roberto Cauda, direttore del dipartimento di malattie infettive del policlinico Gemelli di Roma, e in seguito l'Oms). L'idea che “con gli immigrati sbarcano le malattie” a Salvini piaceva e l'ha ribadita poi anche in un post su Facebook.
E a Sky Tg24: “Purtroppo con una sanità arretrata in Nordafrica questa gente riporta malattie che avevamo sconfitto da anni”. E come le avevamo sconfitte? Con i vaccini. Proprio quelli la cui importanza il ministro dell'Interno si ostina a sminuire: prima dicendo che dieci obbligatori sono troppi, ieri con la nuova sterzata No vax: i bambini non immunizzati restino a scuola, ha detto il vicepremier leghista. E ha intimato al ministro della Salute Giulia Grillo di emanare un decreto per prorogare il termine del 10 marzo, data entro la quale i genitori dei bambini che hanno presentato un’autocertificazione dovranno documentare che le vaccinazioni sono state fatte davvero, pena l'esclusione dei piccoli dalle materne. Insomma, i migranti non vaccinati portano malattie ma i figli dei No vax a scuola ci devono restare.
L'editoriale dell'elefantino