Nicola Zingaretti all'ingresso della sede del Pd (foto LaPresse)

Dalla guerra delle targhe al patto con il Cav. Storia, breve, del Nazareno

David Allegranti

I problemi logistici ma anche la voglia di segnare un cambiamento politico. Così il neosegretario Nicola Zingaretti annuncia di voler traslocare la sede del Pd  

Roma. I luoghi del potere hanno un significato simbolico, pensate ad Arcore, tutti ci ricordiamo i pranzi del lunedì a casa Berlusconi, o pensate a via dell’Umiltà, già sede di Forza Italia. O, tornando indietro nel tempo, pensate a via delle Botteghe Oscure, storica sede del Partito Comunista Italiano. O pensate ancora alla Democrazia Cristiana, che abitò in Piazza del Gesù dal 1944 al 1993.

 

Adesso arriva Nicola Zingaretti, fresco di nomina a segretario del Pd e dice che il partito deve cambiar casa. “Non l’ho mai detto ma lo dico adesso: io vorrei anche cambiare la sede nazionale del Pd da via del Nazareno, e costruire a Roma ma anche un po’ in tutto il paese delle sedi del Partito Democratico dove il primo piano sia destinato a dei coworking delle idee, dove ragazzi e ragazze, le donne, coloro che vogliono dare una mano, possono entrare e dire ‘guardate che state sbagliando, secondo me noi dobbiamo cambiare posizione’”.

 


   


  

Il Nazareno è sempre stato motivo di discussione. Un tempo addirittura troppo piccola per ospitare i dirigenti e i dipendenti del Pd (quei 3.000 metri quadri nel 2010 - un’era geologica fa - erano considerati insufficienti) oggi invece rischia di essere troppo grande fra casse integrazioni e dintorni. Un tempo c’era il loft del Circo Massimo, fu inaugurato nel 2007 (foto sopra). A livello d’immagine funzionò benissimo, ma era ritenuto troppo distante dai palazzi del potere.

 


 

La sede del Nazareno negli anni in cui, a destra, compariva sia la targa con il simbolo del Pd
sia quella con il simbolo della Margherita (foto LaPresse)


  

Il Nazareno, invece, è a due passi da Palazzo Chigi e da Montecitorio. Anche Veltroni preferiva utilizzare l’ufficio alla Camera. Fu Dario Franceschini segretario - il “vicedisastro” - a portare il Pd al Nazareno, nella fu sede della Margherita. Un affronto non da poco per gli ex Ds, come dimostrò la guerra delle targhe durata non poco. Mauro Agostini, tesoriere dell’epoca del Pd, decise di rimuovere la targa della Margherita, facendo infuriare l’omologo tesoriere dei Dl, Luigi Lusi. “Finché non paghi l’affitto non hai nessun diritto”, disse Lusi. Le cose poi migliorarono in seguito. Ma il Nazareno non è solo la sede nazionale del Pd. E’ anche il luogo in cui nacque il celebre patto del Nazareno, con la fine della guerra di religione fra berlusconismo e antiberlusconismo a firma Matteo Renzi, che invitò il Cav per alcuni incontri. Il patto fu siglato il 18 gennaio 2014. Appena cinque anni fa, ma è passato di tutto sotto i ponti della politica italiana. Qualcosa però è rimasto, come dimostra la scelta di Zingaretti, che vuole cancellare il fardello del Nazareno.

 


Silvio Berlusconi nella sede del Pd nel gennaio del 2014 (foto LaPresse)

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.