Le tante rovine di Roma e le “toppe” della sindaca
Non c'è solo il graffito “Vota Garibaldi” cancellato per errore dall'Ufficio Decoro. Dall'asfalto riparato sigillando i tombini agli alberi sani ma abbattuti: quando la toppa del Campidoglio è peggio del buco
Aveva ragione la grillina Paola Taverna, che ai lamenti dei romani inviperiti rispondeva “ma abitavate tutti in Svizzera prima?”. Sono anni che a Roma facciamo slalom tra le buche, dribbliamo le auto in doppia fila e i rigurgiti dei cassonetti, assaltiamo i tram come diligenze, tra spallate e scaracchi, pressati come sulle metropolitane di Tokyo. Ma, a differenza dei giapponesi, qui sul 19 si viaggia a gratise, ché una corsa sugli Stanga Tibb anni Cinquanta non merita neppure il prezzo del biglietto. Per cui non lo fa quasi nessuno, circolo vizioso esemplare. Ora però “il vento è cambiato”. E all'inciviltà di tanti elettori, si è aggiunta l'approssimazione degli eletti. Ieri sul suo profilo Facebook la sindaca Raggi festeggiava con un video l'arrivo da Israele di una flottiglia di autobus usati, vecchi di otto anni e chissà quanti chilometri.
Lo spot non è stato un successo anche perché in quel momento spopolava l'hashtag #Garbatella. Nello storico quartiere romano, un addetto dell'Ufficio Decoro aveva appena cancellato con una mano di vernice la scritta "Vota Garibaldi, lista n.1”, che era lì dalle prime elezioni repubblicane del 1948. Oggi invece, nella foga di correre ai ripari dopo la sequela di alberi crollati – vuoi perché vecchi e malati, vuoi perché “fascisti” – pare che il Campidoglio abbia tagliato anche piante sane (l’ipotesi è della Corte dei Conti, che indaga).
Due giorni prima era il consigliere grillino del X municipio Paolo Ferrara a gioire per le strisce pedonali rinfrescate in una via di Centocelle. Tanta buona volontà e una passata di bianco brillante. Ma solo a metà perché sul lato sinistro, probabilmente, c'era una macchina parcheggiata e quindi gli operai sono stati costretti ad aggirare l'ostacolo. Come se non bastasse mercoledì il Comune ha riasfaltato via Ardeatina: nella fretta ha coperto anche i tombini. Aveva ragione Taverna. Ma anche Flaiano: “Roma è una città eterna non per le sue glorie, ma per la capacità di subire le barbarie dei suoi invasori, di cancellarle col tempo, di farne rovine”.