D'Uva, capogruppo grillino a sua insaputa. “Ho firmato, ma non ho letto bene”
I parlamentari dei cinque stelle restituiranno parte dei loro stipendi su un conto corrente aperto in Banca Profilo. "Questa faccenda non l’ho ancora approfondita", ci dice D'Uva
Roma. Ammette, prima: “E certo che ho firmato”. Poi, confessa. “Però, devo dirvi che non ho letto bene. Non ho approfondito”. Francesco D’Uva conferma insomma che sì, anche lui ha dato il suo formale assenso all’apertura del conto corrente in Banca Profilo, quello dove verranno dirottate tutte le restituzioni dei parlamentari grillini per i mesi che vanno da ottobre 2018 a febbraio 2019. “Ho firmato perché, come il mio collega capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli, faccio parte insieme a Luigi Di Maio del ‘Comitato per le rendicontazioni e i rimborsi del M5s’”, spiega D’Uva, leader dei grillini alla Camera. E però? “E però dovrei rileggere le carte che ho firmato, per darvi qualche informazione in più. Finora non ho approfondito”, dice. Ma ha firmato? “Certo. Come capogruppo, firmo decine di documenti ogni settimana, e non è che posso valutare fino in fondo e ricordare a memoria ogni singola riga di ogni singolo atto. Questa faccenda non l’ho ancora approfondita”.
La faccenda riguarda la decisione del M5s di destinare, come ha svelato l’AdnKronos, le restituzioni effettuate da deputati e senatori a cinque stelle su un conto corrente aperto in Banca Profilo. La banca, cioè, controllata dal fondo Sator, presieduto da Matteo Arpe, ex amministratore delegato di Capitalia, finanziere in perenne ricerca di una sponda politica che da tempo si è accreditato coi vertici del M5s. Sarà dunque nel centro di Milano, a Via Cerva, dove Banca Profilo ha la sua sede a poche centinaia di metri dal quartier generale della Casaleggio Associati in Via Morone, che il M5s terrà la sua cassaforte nei prossimi mesi, nonostante il Comitato fondato da Di Maio, D’Uva e Patuanelli per controllare le rendicontazioni abbia la sua sede legale a Roma, in piazza del Parlamento. “Si tratta comunque di una soluzione momentanea”, precisa D’Uva. “È solo un conto corrente dove parcheggiare per qualche mese le nostre restituzioni, in attesa di capire come spendere quei soldi in iniziative finalizzate comunque alla collettività, come è sempre stato negli scorsi anni per il M5s. Che è l’unica forza politica, ricordo, a effettuare queste restituzioni”.
Come che sia, i bonifici dei parlamentari non verranno più indirizzati direttamente sul conto della Protezione civile utilizzato fino a pochi mesi fa, ma saranno destinati all’istituto di credito milanese attraverso Tinaba, piattaforma fintech posseduta dallo stesso fondo Sator di Arpe di cui Profilo è partner, e che permetterà agli eletti grillini di procedere in maniera agevole alle restituzioni. “Del resto – spiega D’Uva – si va verso una progressiva semplificazione. La scorsa legislatura bisognava rendicontare al centesimo. Stavolta è tutto più agevole”. Eppure ci sono ancora parlamentari non in regola; e addirittura una deputata, Flora Frate, che non ha restituito neppure un centesimo. “Appunto, stiamo facendo le ultime verifiche. Dopodiché, chi ha sgarrato andrà incontro a sanzioni disciplinari, e potrà essere anche espulso”.