Luigi Marattin (foto Imagoeconomica)

“Il maggioritario garantisce la stabilità, è il momento di decidere”, dice Marattin

David Allegranti

Per il deputato del Pd “solo in Italia viene chiamato inciucio un accordo con gli avversari per cambiare il sistema elettorale”

Roma. Dice Luigi Marattin, deputato del Pd, che una riforma della legge elettorale ci vuole. “L’ho già detto una volta sul Foglio e lo ribadisco: è il momento di scegliere fra il proporzionale puro e il maggioritario. Io, fra le due opzioni, preferisco il doppio turno alla francese, che garantisce una vera stabilità. Naturalmente previa riforma costituzionale, per evitare di avere due risultati diversi nelle due Camere. Per 25 anni non abbiamo fatto questa scelta netta, abbiamo privilegiato il maggioritario corretto con un po’ di proporzionale o il proporzionale corretto con un po’ di maggioritario”.

 

 

A Marattin va bene anche il proporzionale puro “che pure non prediligo, purché si faccia una scelta. Sempre meglio che la solita soluzione pasticciata o addirittura mantenere questa legge elettorale, che in caso di voto riprodurrebbe l’esatta situazione di oggi. Naturalmente la legge elettorale plasma l’offerta politica, quindi una legge piuttosto che un’altra non è indifferente”. A Marattin non spaventa l’idea di fare una trattativa con la Lega pur di cambiare la legge elettorale. “Solo in questo paese viene chiamato inciucio un accordo con partiti avversari per cambiare sistema elettorale. Un conto sarebbe trovare un compromesso sulla riforma della giustizia, per esempio, ma su leggi elettorali e riforma costituzionale è evidente che si parla con tutti”. Peraltro, dice Marattin, la riforma elettorale andava fatta subito. “Una delle prassi deleterie dell’attività politica italiana è aver deciso che quando il parlamento cambia legge automaticamente poi si va a votare. Ma chi l’ha stabilito? Non si può fare una legge elettorale e poi andare a votare alla normale scadenza elettorale? Non si può cambiare il sistema elettorale negli ultimi sei mesi di legislatura, sei troppo condizionato dai sondaggi a quel punto. E’ già successo, pensiamo al Porcellum”.

 

 

Insomma, dice Marattin, “sono 25 anni che usiamo la legge elettorale come arma politica, cambiandola sei mesi prima del voto a seconda della convenienza del momento. Ma così non avremo mai stabilità. Cambiamo dunque legge elettorale. La mia preferenza, lo ripeto, è il doppio turno alla francese, che consentirebbe al Pd peraltro di non abbandonare la sua vocazione maggioritaria in cui io credo tutt’ora. Certo quel che vorrei evitare è il modello dell’Unione, con le ammucchiate”. 

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.