A qualcuno piace fluido
Il Truce evoca ai massimi livelli l’esecutivo che indossa in una gamba lo stivale e nell’altra il tacco 12. La piatta eterosessualità dei governanti è uno svantaggio, quello gay è in politica sesso protetto. Perché censurarsi?
Dice il Truce del sottosegretario Spadafora, litigando sulla famiglia naturale, che “non ha titolo per occuparsi di queste cose” (più o meno, detesto le citazioni troppo letterali). È evocato così al massimo livello, oops, il livello dei vecchi attacchi leghisti ai culattoni, il tema di un governo che indossa in una gamba lo stivale e nell’altra il tacco dodici. I superinformati e i superpettegoli non fanno che parlare di questo fin dall’inizio. Ora c’è il bollo del Viminale.
Sconsiglio: uscite all’Opera, Orfeo ed Euridice, mano nella mano con una nuova “lei”. Sconsiglio: interviste in cui lei si dice “pazza d’amore per il suo cervello” (il cervello è quello di Giggino). Consiglio: la faccia tosta ammirevole di Casalino, il primo depilato d’Italia e portavoce del Pdcm, un altro in odore di santità, quando parla del fidanzato cubano, insomma un coming out pieno di sensibilità e di affezione. Sconsiglio: battutacce psicopolitiche del ministro di polizia. Sconsiglio: gossip e blagues sessiste sul governo del cambiamento. Sconsiglio: il bando di Verona, città di Romeo e Giulietta, ai danni del vice Di Maio (troppi processi in quella città amata e d’amore). Per il Vinitaly, poi.
In uno dei più bei film della storia del cinema, naturalmente del compianto Sidney Lumet, Al Pacino giovane trascorre un pomeriggio di un giorno da cani: il rapinatore gentile, ballerino, molto left oriented, adorato dalle folle attruppate sulla scena e alla fine intrappolato da perplessi agenti dell’Fbi, ha una moglie e due pupi, e un marito androgino, Leo, che cambierà sesso con duemilacinquecento dollari che lui gli lascia per testamento o con altra moneta, visto che il cambrioleur sopravvive e va in carcere. Fu il film del cambiamento, a metà dei Settanta, un capolavoro di umorismo e pietà infarcito di desiderio e di Dio (“Sono cattolico, non farò male a nessuno”, dice Al Pacino ai suoi ostaggi nella filiale della banca di Brooklyn). È da parecchio tempo che su queste cose si esercita un magnifico storytelling, per non parlare del Fedro e del Simposio (IV secolo avanti Cristo). Perché censurarsi proprio ora?
Avevamo già osservato all’epoca dello smutandamento berlusconiano, pedinamenti e origliamenti e spettegolamenti per incastrare la “furbizia levantina” delle signorine, che la piatta eterosessualità dei governanti era uno svantaggio, quello gay è in politica sesso protetto, il Cav. avrebbe dovuto pensarci e provvedere, come ha imparato a sue spese anche il ricchissimo Bezos che ha mandato le foto dei genitali, presumibilmente i suoi, alla fidanzata segreta, incorrendo nelle indagini di MBS il saudita e del tabloid americano invece che della Boccassini e della stampa di corte talebana. Ai veronesi che minacciavano l’inferno per gli omosessuali, la mia amata Paola Concia ha replicato su Twitter: “Posso andarci con mia moglie?”.
Oltre tutto, come si vede, c’è una questione eminentemente politica: le alleanze. Il Truce minaccia due forni maschilisti, ancorati a destra, non è che ai grillozzi di sesso e di governo possa fare schifo un’apertura a sinistra, eventuale, sul tema della modernità affettiva. Avanti, compagni, contro il Medioevo!