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Zingaretti versione buttadentro alle europee

David Allegranti

La radiografia delle liste del Partito democratico per le elezioni di maggio

Roma. Dentro un po’ tutti nelle liste per l’Europarlamento, “da Macron a Tsipras”, come dice Nicola Zingaretti lanciando il “campo largo” del Pd alle Europee. Il governatore della Regione Lazio – che oggi ha portato le liste in Direzione del Pd – apre alla sinistra, candidando Giuliano Pisapia capolista nella circoscrizione I (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria) ma soprattutto due esponenti di Mdp come Massimo Paolucci e Cecilia Guerra (quest’ultima capogruppo al Senato nella passata legislatura). Una scelta che ha provocato l’astensione dei renziani, che si sono ricompattati dopo lo sparpargliamento alle primarie del Pd. L’area Lotti-Guerini, oggi ribattezzata Base Riformista, che ha appoggiato Maurizio Martina al congresso, si è astenuta, così come si sono astenuti i giachettiani. Martina e i suoi, invece, hanno votato a favore delle liste. Liste che contengono molta società civile (dall’ex presidente dell’Asi Roberto Battiston, cacciato dalla maggioranza felpastellata, al medico di Lampedusa Pietro Bartolo, al sindacalista Mamadou Sall).

      

     

Liste aperte, composte per “un terzo da non iscritti”, assicura Zingaretti. “Ho mantenuto l'impegno di non stipulare un accordo politico tra partiti diversi e che diversi rimarranno”, dice il segretario del Pd cercando di rassicurare le minoranze. Giachetti dopo aver pensato di votare contro vira verso l’astensione: “Ci siamo astenuti – dice Giachetti al Foglio – perché oggi si realizza materialmente quello che è stato deciso nella precedente direzione dove noi siamo stati gli unici ad astenerci. Il quadro è stato deciso nella prima direzione. Oggi sono stati messi i nomi”. E il quadro prevede, appunto, l’apertura a Mdp.

       

       

Anche l’area Lotti-Guerini era contraria alla presenza di Paolucci e Guerra in lista. Alla fine ha preferito, “per senso di responsabilità”, astenersi e non votare contro. I lottian-gueriniani riescono a candidare una decina di persone: Paolo De Castro, Isabella De Monte, Simona Bonafè, Nicola Danti, Pina Picierno, Giosi Ferrandino, Nicola Caputo, Caterina Chinnici. Sosteranno Carlo Calenda, capolista nel nord-est, e Irene Tinagli, numero due in lista dietro Pisapia e candidata come Calenda in quota “Siamo Europei”. Con Calenda, spiegano dall’area Lotti-Guerini, “c’è un’intesa di massima”.

    

     

Martina candida Daniele Viotti, europarlamentare uscente e ventesimo in lista nella circoscrizione I, e sosterrà Michela Giuffrida nella circoscrizione Sicilia-Sardegna. Voterà insieme all’area Lotti-Guerini Bonafè, De Castro e Ferrandino. In quota Giachetti c’è Enrico Morando, candidato al nord-ovest, al terzo posto dietro Pisapia e Tinagli. Spazio anche nella stessa circoscrizione a una candidata di En Marche!, Caterina Avanza, che è stata proposta da Giachetti. Zingaretti, attraverso Marco Furfaro e Maria Pia Pizzolante, due new entry della Direzione del Pd, aveva chiesto alla giovane Elly Schlein di candidarsi. Lei però ha rifiutato, “perché – dice al Foglio – ho lavorato molto in questi dieci mesi per costruire un unico fronte progressista ed ecologista con le forze della sinistra e i verdi, invece faranno due liste, e nonostante abbia apprezzato molto la proposta del Pd, per niente scontata e segno di apertura e generosità, una tale scelta sarebbe stata uno strappo troppo forte e troppo tardi con i mondi con cui ho lavorato in questi anni”.

     

     

Tra gli europarlamentari uscenti che vengono ricandidati c’è Roberto Gualtieri (terzo in lista nell’Italia centrale dietro Bonafè e David Sassoli, entrambi uscenti) e Brando Benifei. Tra le nuove candidature ci sono Pierfrancesco Majorino, assessore al Comune di Milano, Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Furio Honsell, ex sindaco di Udine, Franco Roberti, magistrato (capolista nella circoscrizione Campania-Puglia-Abruzzo-Basilicata-Molise-Calabria) e Massimiliano Smeriglio, braccio destro di Zingaretti alla Regione Lazio.

      

  

  

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.