Europeista e antiSalvini, ecco la campagna elettorale di Zingaretti
La mozione di sfiducia contro il governo, il caso Siri. L’ottimismo del segretario nonostante la spietata concorrenza di Di Maio
Nicola Zingaretti ha deciso di puntare tutta la campagna elettorale su due temi. Il primo è l’Europa. Su quello si gioca la contrapposizione con i sovranisti che, nota il segretario del Pd, non hanno una grande famiglia europea alle spalle, al contrario del Partito democratico. Per questo motivo il presidente della regione Lazio ha già contrattato con il diretto interessato la presenza di Frans Timmermans, vicepresidente della commissione Ue, in più di un comizio nel nostro paese. Il segretario del Pd è aiutato in questo anche dal fatto che il vice di Juncker parla un ottimo italiano (e, sia detto en passant, tifa persino per una squadra nostrana, cioè la Roma).
Il secondo elemento su cui Nicola Zingaretti vuole puntare è il ruolo di anti-Salvini che ormai si è andato ritagliando. Certo, in questo campo il segretario del Partito democratico ha la spietata concorrenza di Luigi Di Maio, ma non dispera ugualmente di farcela, tanto più che negli ultimi giorni Salvini lo sta attaccando direttamente. E’ nata anche per questo – cioè per non farsi soffiare quel ruolo dal vicepremier a Cinque stelle – l’iniziativa della mozione di sfiducia. Primo, con quel testo si vuole per mettere in difficoltà Di Maio che dovrebbe decidere se appoggiare Siri o votargli contro facendo così cadere il governo. Secondo, se Siri, come al Pd danno per scontato, si dimetterà a prescindere (la mozione verrà calendarizzata dal 10 maggio in poi, non prima, ieri Conte gli ha dato il benservito), non potrà essere solo Luigi Di Maio ad attribuirsi la paternità di quelle dimissioni.
Nicola Zingaretti, comunque, appare abbastanza ottimista circa l’esito delle elezioni europee del 26 maggio. In tutti i sondaggi riservati, infatti, dopo la battuta d’arresto dovuta al caso Umbria, il Partito democratico ha ripreso a crescere. E in questa fase al segretario basta solo avere uno o due punti in percentuale più dell’ex segretario Matteo Renzi per poter dire di essere andato bene.
Ma c’è un altro elemento che tranquillizza Zingaretti: il fatto che sia Carlo Calenda sia i renziani del tandem Lotti-Guerini si sono messi ventre a terra a fare la campagna elettorale. Proprio loro che sono stati sempre dati in uscita dal Partito democratico.