Renzi deve dire ai suoi di votare Pd, Zingaretti non farà come Bersani
L'ex premier si batte solo per riconfermare Nardella a Firenze. Mentre il segretario del Partito democratico non accetterà l'ipotesi di un governo pubblico
Matteo Renzi è stato costretto a correre ai ripari. Nel Partito democratico si era sparsa la voce che i suoi uomini, soprattutto quelli legati alla mozione di Roberto Giachetti e Anna Ascani votassero per +Europa e non per il Pd. L’indiscrezione era stata fatta arrivare anche alla stampa per mettere in difficoltà i renziani. Alcuni dei quali, sia detto per inciso, voteranno veramente per le liste di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova. Perciò l’ex presidente del Consiglio ha fatto sapere che lui sta incitando tutti i suoi a votare per il Partito democratico senza se e senza ma. E i renziani, per fugare ogni sospetto e ogni possibile recriminazione del dopo voto, hanno diffuso in rete le sue parole.
In realtà l’ex segretario del Pd si sta mobilitando ventre a terra solo per Dario Nardella. Perché vuole che Firenze rimanga nella sua orbita, ma anche perché ritiene che una sconfitta del candidato del Pd alla guida del comune di Firenze venga letta come una sua sconfitta.
L’ultimo tam tam in ordine di tempo sul Partito democratico riguarda la presunta disponibilità di Nicola Zingaretti a una sorta di governo pubblico che, in caso di crisi dell’attuale maggioranza giallo verde, vari la prossima manovra economica. Le cose, però, non stanno così. Il segretario del Pd, pur non tifando affatto per le elezioni anticipate, perché si rende conto che il Pd non è ancora pronto per un appuntamento elettorale del genere, non ha nessuna intenzione di sostenere un governo di questo tipo: non farò come Bersani, è la sua parola d’ordine. Cioè non farà come l’allora segretario del Partito democratico che invece di andare alle elezioni disse di sì a Giorgio Napolitano e sostenne il governo Monti. Zingaretti, del resto, è convinto che non avrà bisogno di ingaggiare un braccio di ferro su questo con Sergio Mattarella. Primo, perché lo stesso presidente della Repubblica ritiene che in caso di crisi di governo sia difficile non prendere la strada delle urne, secondo perché sa bene che nessun’altra forza politica sarebbe disposta a varare una manovra lacrime e sangue per poi andare al voto nel 2020.
Al Nazareno raccontano che Paolo Gentiloni non abbia molto apprezzato le parole di Nicola Zingaretti che qualche giorno fa non ha escluso l’ipotesi che il sindaco di Milano Giuseppe Sala possa essere il candidato premier del Partito democratico alle prossime elezioni politiche.