Renzi e Letta nel totonomine per il Consiglio europeo
C’è chi sogna Angela Merkel, chi vuole una che parli chiaro e dell’est come l’attuale presidente Donald Tusk e anche l’Italia ha i suoi candidati
Roma. Come raccontato nella newsletter europea del Foglio, “EuPorn – Il lato sexy dell’Europa”, c’è un gran parlare di nomine europee dopo le elezioni del 23-26 maggio: il vertice per iniziare a discuterne è stato fissato appena dopo il voto, il 28 maggio. Secondo il sistema degli Spitzenkandidaten, i candidati alla presidenza della commissione sono già stabiliti: Manfred Weber per i popolari, Frans Timmermans per i socialisti, i due partiti principali dell’EuroParlamento. Ma questo sistema – che non piace a molti, soprattutto non piace a Emmanuel Macron – non è detto che regga, perché nella volontà di dare una nuova rilevanza all’Unione europea c’è anche quella di dotarsi di leader che abbiano potere politico, carisma e visione – come capita nelle elezioni nazionali, insomma. Quindi circolano altri nomi per la presidenza, tra cui il più gettonato del momento è quello del francese Michel Barnier, un conservatore, ma c’è chi cita anche l’italiano Antonio Tajani, anche lui conservatore (FI) e la commissaria liberale Margrethe Vestager. Dalla nomina del presidente della Commissione dipendono le altre nomine, secondo equilibri geografici e di potere che devono essere rispettati. In particolare, si parla molto della presidenza del Consiglio europeo: c’è chi sogna Angela Merkel, cancelliera tedesca, chi vuole una che parli chiaro e dell’est come l’attuale presidente Donald Tusk e quindi punta sulla presidente lituana Dalia Grybauskaite, chi pensa all’alternativa liberale del nord, l’olandese Mark Rutte o il belga Charles Michel. Anche l’Italia ha i suoi candidati, due ex premier: Enrico Letta e Matteo Renzi, il primo è dato nel giro (affollato) dei favoriti, il secondo tra gli outsider.
Equilibri istituzionali