Ecco perché il voto del 26 maggio è l'ultima occasione per l'Europa e per l'Italia

Il direttore Claudio Cerasa intervistato da Tv2000: “Essere europeisti non significa essere a difesa dello status quo. Dalle elezioni potrebbe arrivare una richiesta di cambiamento per il governo del cambiamento”

Claudio Cerasa

Cosa bisogna aspettarsi dalle elezioni del 26 maggio? La televisione dei vescovi, Tv2000, ne ha parlato con il direttore Claudio Cerasa. “Il paradosso di questa campagna elettorale - spiega - è che la competizione principale è tra i due partiti di governo che sono entrambi, in qualche modo, antieuropeisti. E non avendo grandi argomenti, sono costretti a fare campagna l'uno contro l'altro parlando di tutto tranne che di Europa perché se lo facessero sarebbero costretti a mettere i piedi nella pozzanghera delle contraddizioni del populismo e del fatto che, probabilmente, la 'bolla del sovranismo', così come la intendiamo da tempo, alle prossime elezioni europee potrebbe esplodere”.

 

Di più su questi argomenti:
  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.