Prove di dialogo Lega-Pd a Strasburgo
La collaborazione Salvini-Zingaretti per il commissario Ue “è auspicabile”, dicono nel Carroccio. Ecco il profilo
Roma. “E’ presto per parlare di nomi, ma una cosa la sappiamo tutti. Per il ruolo di commissario europeo indicheremo una personalità di altissimo profilo. Il modello, per intendersi, è lo stesso che nel 1994 seguì il governo Berlusconi quando indicò Mario Monti ed Emma Bonino. E siamo anche contenti di poter collaborare, da italiani, con il Pd a Bruxelles per far avere al nostro paese un incarico di prestigio che ci consenta di tutelare gli interessi nazionali”. Marco Campomenosi, quarantrè anni, genovese, è un leghista pragmatico ed esperto della politica europea (è stato a lungo l’assistente di Matteo Salvini a Bruxelles). Eletto adesso all’Europarlamento – subentrerà a Salvini che rinuncia al seggio – è uno degli uomini in ascesa del partito in Europa e non uno è “spara slogan”, ma un politico che nella Lega ha per modelli Giancarlo Giorgetti, l’architetto di retrovia del potere leghista a palazzo Chigi, Edoardo Rixi, il sottosegretario alle infrastrutture che ha imbrigliato Toninelli, e Marco Bucci, il bravissimo sindaco di Genova.
Ieri il Pd, per bocca dei suoi vicesegretari, Paola De Micheli e Andrea Orlando, sulle colonne del Foglio ha teso una mano alla Lega: trovate un nome forte e incontestabile, vi aiuteremo a inserirvi nei meccanismi della maggioranza parlamentare (che a Bruxelles esclude i partiti sovranisti e si condensa attorno a popolari, socialisti, liberali e verdi). Il governo italiano si trova nella pericolosa condizione di avere un commissario di seconda fascia. A meno che gli italiani – di sinistra e di destra – non facciano squadra. “Ben venga la collaborazione con il Pd”, dice Campomenosi. “Non c’è alcun dubbio che la rappresentanza del governo a Bruxelles lavorerà per un coordinamento di tutte le delegazioni dei partiti italiani. Cosa che, va detto, prima onestamente non avveniva. Ma adesso tutti saranno coinvolti”. E insomma il profilo del candidato commissario sarà quello che anche il Pd auspica “altissimo profilo. Non mancano, a destra, personalità incontestabili. A noi potrebbe convenire avere un commissario ininfluente che ci consentirebbe di non avere responsabilità e criticare e basta. Ma non sarà così che faremo. Avremo un ruolo costruttivo invece. Non siamo i barbari con le corna che qualcuno dipinge. La Lega ha cultura di governo. Da più di trent’anni”. Cosa può verosimilmente l’Italia? “Possiamo lavorare per avere il commissario alla concorrenza o al commercio. Due ruoli che ci consentirebbero di difendere il made in Italy”. Servirà la triangolazione con il Pd, ma anche con FI e i popolari. “Le interlocuzioni sono iniziate da tempo. C’è molta curiosità in Europa nei nostri confronti. Ci chiedono cosa vuole fare Salvini”. E cosa vuole fare? “Stare dentro l’Europa. Ma standoci meglio di come è stato finora”.