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Se il successo dell'Italia sono le battaglie del ministro Grillo contro Germania, Regno Unito e Giappone

Annalisa Chirico

L'Oms ha approvato una risoluzione sulla trasparenza del prezzo dei farmaci. "Oggi è una data storica" ha detto il ministro, ma il nostro è tra i paesi con i prezzi più bassi d’Europa

Se pensate che l’Italia sia un interlocutore debole ai tavoli internazionali, incapace di costruire vaste alleanze e strategie convincenti, eccovi pronta una fragorosa smentita. Lo scorso martedì l’Assemblea generale dell’Organizzazione mondiale della sanità ha approvato formalmente una risoluzione sul prezzo dei farmaci, proposta e sostenuta dall’Italia a capo di una “coalition of the willing” composta da una ventina di paesi tra cui spiccano Andorra, Sri Lanka, Malesia, Kenia, Serbia, Uganda e la monarchia sudafricana dello Swaziland.

   

   

Il ministro della salute Giulia Grillo si è spesa in prima persona per l’adozione di un atto privo di valore vincolante, e depotenziato rispetto alla proposta iniziale, spiegandone così il senso: “Chiediamo una maggiore trasparenza sulla formazione del prezzo del farmaco per come viene poi presentato dall’azienda allo stato o agli stati. Serve per avere una maggiore garanzia di correttezza da parte delle multinazionali che hanno alzato un po’ il tiro su diversi farmaci rischiando di mettere in ginocchio i sistemi sanitari”. In realtà, l’Italia è tra i paesi con i prezzi più bassi d’Europa, lo scorso anno il nostro export farmaceutico ha battuto quello tedesco, e ciò è reso possibile dall’attuale cornice normativa che disegna un sistema di negoziazione diretta tra l’Aifa e le aziende del settore, imperniato sulla riservatezza (difficile parlare di “segreto” dal momento che la platea tecnica che gestisce le relative procedure – tra ministero, enti, aziende – conta almeno un migliaio di persone).

   

L’iniziativa italiana ha messo in allarme gli stakeholder, ed è stata apertamente osteggiata, in sede di Oms, da paesi come Germania, Regno Unito e Giappone. Così, un governo, già artefice di un pasticciaccio sui vicini, dove ha alimentato incertezza e confusione, adesso si presta alla facile demagogia contro le multinazionali sporche e cattive. Un’idea geniale per far fuggire a gambe levate quegli investitori che oggi tengono in piedi il grosso della ricerca e dell’innovazione scientifica in Italia. 

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