Giustizia nel Pd
Non scherziamo: i veri garantisti siamo noi. Il vicesegretario del Pd risponde a Umberto Minopoli
Al direttore
Leggo che Umberto Minopoli, in un arzigogolato articolo sul Foglio, insieme a considerazioni politiche generali, che qui non voglio discutere, a un certo punto, esortando legittimamente il Pd a essere più chiaro sulla proposta programmatica, mi addita, riguardo alle questioni della giustizia, come una sorta di polarità programmatica, dove, se non ho capito male, Giachetti incarnerebbe il garantismo e io il giustizialismo.
Ora, io normalmente non rispondo a Minopoli quando, rimuovendo la propria biografia, mi dà del trinariciuto. Interpreto questo esercizio come un necessario tributo per ricostruirsi una tardiva verginità liberale e come tale lo tollero. Se però parliamo di garantismo allora mi corre l’obbligo di una risposta. Se per garantismo si intende gridare al complotto ogni qual volta ci si trovi di fronte a un’iniziativa giudiziaria allora no, non sono garantista. E per due ragioni. La prima è che riconosco ai nostri costituenti una lungimiranza che ha edificato un sistema giudiziario dotato di tali e tanti anticorpi da impedire non già la possibilità di iniziative improvvide ma sicuramente la realizzazione di complotti. E poi perché so che la stragrande maggioranza dei magistrati italiani è composta da persone che fanno onestamente il loro lavoro.
Se invece per garantismo intendiamo l’attenzione alle garanzie della persona, allora mi corre l’obbligo di puntualizzare alcune cose. Da ministro ho chiuso gli ospedali psichiatrici giudiziari, ho fatto approvare una riforma della responsabilità civile dei magistrati in accordo con le camere penali, ho affrontato la devastante situazione del carcere e proposto un’avanzatissima riforma dell’ordinamento penitenziario rallentata da molti sedicenti garantisti e poi bloccata dall’attuale governo così come la nuova disciplina delle intercettazioni che impediva abusi e indebite compressioni della privacy, prevedendo tra l’altro precisi paletti per l’utilizzo del trojan. Ho fatto redigere una proposta di riforma del Csm che avrebbe notevolmente limitato le degenerazioni correntizie. Racconterò quando avrò tempo perché alcuni di quegli interventi non andarono a buon fine. Sicuramente una seria ricostruzione dei fatti è destinata a ridisegnare la geografia del garantismo, troppo spesso autoproclamato. Non aiuta invece raccontare le cose ed assegnare i ruoli secondo esigenze correntizie o logiche interne. Il dibattito su un tema così importante merita un po’ più di serietà.
*vicesegretario del Pd