La crisi non c'è più, ma Salvini vuole liberarsi di Toninelli e Trenta
Dopo gli attacchi di ieri i due vicepremier tornano a dialogare. Ma il leader della Lega ipotizza il rimpasto di governo: “Il problema non è Di Maio, ma la politica dei No da parte di alcuni ministri”
Contrordine, abbiamo scherzato. La crisi c'è stata, forse c'è ancora, ma per ora il governo non rischia. Anzi. Dopo 24 ore di attacchi più o meno reciproci Luigi Di Maio e Matteo Salvini tornano a parlarsi. A distanza. Sembrano quasi due fidanzati dopo una lite. Nessuno chiede scuso, ma entrambi si affrettano a spiegare che fuori dalla loro corrispondenza di amorosi sensi nulla esiste. Nulla può esistere.
A dire il vero già nella serata di ieri i toni erano tornati a essere decisamente più civili. Forse, dicono i maligni, la salita al Colle del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che formalmente ha incontrato Sergio Mattarella per comunicargli l'intenzione di rinunciare alla candidatura da commissario Ue, è servita al braccio destro di Salvini per tastare il terreno in vista di un'eventuale frattura. Quali sono le intenzioni e i pensieri del capo dello stato? In caso di caduta di governo si tornerà alle urne o ci sarà un nuovo governo, magari un Conte bis senza il Carroccio? Se così è stato, le notizie che sono arrivate dal Quirinale hanno convinto il ministro dell'Interno ad accantonare i suoi progetti più bellicosi. E Di Maio ha subito approfittato per lanciare segnali di pace. “Escludo che possa esserci una crisi. Mi hanno sempre insegnato, male non fare paura non avere: abbiamo da realizzare riforme importanti - ha detto in mattinata ospite di Agorà Estate -. Sono dinamiche di governo con due forze politiche diverse”. E ancora: “L’unica cosa che dico è che è meglio vedersi, anziché parlarci a mezzo stampa, è giusto che ci incontriamo, ci chiariamo. Spostiamo qualche appuntamento ci vediamo e andiamo avanti”.
Insomma quella di ieri è stata niente più che una lite passeggera. E anche Salvini, in fondo, si mostra piuttosto accomodante: “Di Maio? Ci vedremo sicuramente, ma a colpi di No l'Italia non può andare avanti. Noi stiamo lavorando ai progetti e alle cose da fare, non alle poltrone. Il problema non è Di Maio, ma la politica dei No e dei blocchi da parte di molti Cinque stelle”.
“Niente di personale – insiste Salvini – Luigi Di Maio è persona corretta e perbene, ma i No sono inaccettabili. Ieri Toninelli che blocca la Gronda di Genova, che toglierebbe migliaia di auto e di tir dalle strade genovesi; oggi il ministro Trenta che propone di mettere in mare altre navi della Marina, rischiano di attrarre nuove partenze e affari per gli scafisti”. Alla fine, quindi, il leader della Lega sembra aver fatto tutto solo per ottenere un rimpasto di governo. Sarà veramente così?
Giuseppe Conte non è stato interpellato: “Non mi è arrivata nessuna richiesta di rimpasto. Quello che va assolutamente fatto è completare la squadra dei sottosegretari. Soprattutto alle infrastrutture c'è una carenza di organico. Quando mi verranno poste questioni riguardanti l'operato di qualche ministro le prenderò in considerazione. Sono soddisfatto della mia squadra, stanno operando tutti bene. Se qualcuno ha qualche osservazione da fare, che segua un binario istituzionale e ne parleremo. Sono aperto a qualsiasi confronto”. La quiete è arrivata, si attende la prossima tempesta.