Quelli che in difficoltà riscoprono la sovranità del Parlamento
Il Movimento 5 Stelle voleva aprire il parlamento come una scatoletta di tonno. Ora lo sfrutta solo quando gli fa comodo
"Quando sono in difficoltà riscoprono la sovranità del Parlamento, ma la verità è che non fanno altro che strumentalizzarlo”. E per non ammettere il proprio fallimento sulla Tav ne chiedono pure una pronuncia, “qui occorre il parere dell’Aula…”. “Sulla vicenda che riguarda la Tav mi trovano perfino d’accordo. Davvero si sarebbe dovuto esprimere il Parlamento, non certo adesso, ma prima dell’analisi costi-benefici, prima di tutte le ambiguità del contratto che, diciamolo chiaramente, è servito a prendere tempo. Per usare le parole del giurista e filosofo Carl Schmitt, non si è trattato che di ‘un compromesso dilatorio’”. Per Gaetano Azzariti, professore di Diritto costituzionale alla Sapienza, la vera incongruenza non è dunque parlamentarizzare il dibattitto sulla Tav, come intende fare Luigi Di Maio, ma scoprirne la centralità solo nel pericolo. Insomma, il Parlamento per proteggersi dalla catastrofe.
“Siamo arrivati al punto che per evitare la crisi di governo, il M5s chiede un voto in Aula dove sa già che finirà in minoranza. In questo caso il Parlamento è una copertura”. Abusano del Parlamento o semplicemente lo maltrattano? “Lo strumentalizzano tutti i partiti di governo ed entrambi i leader. Hanno una visione disinvolta dell’istituzione. Litigano su tutto ma almeno in questo Salvini e Di Maio pari sono”. E uno fugge e non si presenta quando l’altro lo invoca dopo averlo calpestato. “Chiaramente, dopo l’annuncio del premier Giuseppe Conte, è necessario per Di Maio e il M5s ritrovare una verginità che si è smarrita. Il Parlamento deve essere al centro ma non per opportunismo. E invece, prima si è sfuggiti e adesso si crede che tutto si debba risolvere in quel luogo. Lo hanno fatto anche con il voto che ha salvato Salvini dal processo. Da osservatore mi preoccupa, più della crisi di governo, la crisi di questo istituto, la scarsa sensibilità con cui viene strattonato”. Non lo dovevano inscatolare, mettere sott’olio? “Ricordo la frase ‘aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno’. Io mi permetto di dire che il Parlamento va fatto funzionare. Ma nei progetti del M5s di tutto questo non si parla”.
Si discute di ridimensionarlo, tagliarlo, salvo elevarlo come in queste ore. E infatti, Di Maio interpreta la parte di Piero Calamandrei al punto da raccomandare, a Salvini, che “quando il Parlamento chiama, il politico deve rispondere”. “Come spiegavo, tutti e due lo strumentalizzano, poi c’è il M5s che con la sua riforma non insegue il rafforzamento ma ne pubblicizza solo una riduzione del costo. Non parla di efficientamento ma lo contrappone al popolo. Non si accetta che il Parlamento faccia il proprio mestiere”. E poi c’è la piattaforma Rousseau che per il M5s è l’altro parlamento tanto da trattare quello vero come quello virtuale. “Io mi pongo come problema quello di rafforzare il solo che abbiamo, farlo funzionare. Come dire, il Parlamento era la sede giusta per discutere e decidere sulla Tav. Si sarebbero confrontate due visione strategiche, legittime e opposte, due visioni diverse del mondo e della velocità. Era possibile farlo ma all’origine. Non si è fatto e ora la decisione spetta a Conte”. Ha parlato da “padre di famiglia” e deciso che non farla costa più che farla. “I giochi adesso sono fatti. Conte, da premier, è il responsabile della politica nazionale. Più volte il suo potere è stato eroso dai suoi vice”.
In Italia, tutti sono fuori posto ma corrono a rimettersi a posto per non perderlo. “Il Parlamento, i vicepremier che prendono le parti del premier… c’è chi convoca le parti sociali al Viminale, chi appunto riscopre la centralità dell’Aula e tutto perché non si è capaci di assumere delle decisioni politiche”. Per impedire di scavare il sottosuolo si sta trasformando il Parlamento in un sotterraneo? “Oggi parlamentarizzare la scelta sulla Tav è solo uno stratagemma. Ripeto: una copertura”.