Il ministro minaccia cose che non esistono
Salvini non è duro o politicamente scorretto, dice cose senza senso
Il problema del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, non è che dice cose troppo dure o politicamente scorrette – come immagina lui – ma che dice cose che non hanno senso. Ieri ha detto che il criminale che nella notte aveva assassinato un carabiniere a Roma doveva essere condannato ai lavori forzati per tutta la vita. Di recente ha detto che una zingara sorpresa a rubare dopo essere uscita di prigione grazie a una gravidanza doveva “essere messa in condizione di non avere più figli” e condannata a trent’anni. Sono cose fumettistiche che non hanno collegamenti con la realtà. I lavori forzati non esistono. Le non meglio specificate procedure per impedire a una donna di avere gravidanze non esistono. Vedere il ministro dell’Interno che per reagire a fatti gravi parla di cose che non esistono crea un effetto pagliaccesco. Sempre come ministro dell’Interno Salvini ha minacciato la chiusura dei porti italiani all’arrivo di navi che hanno recuperato gente in mare, ma poi le navi attraccano lo stesso e senza conseguenze nel pieno rispetto delle leggi internazionali che l’Italia ha sottoscritto e la gente scende a terra. Uno dei punti principali del programma elettorale del ministro era il rimpatrio rapido di seicentomila stranieri irregolari presenti in Italia, ma poi lui stesso ha ammesso che i seicentomila irregolari – pure loro – non esistono, sono novantamila. In quanto alla rapidità dei rimpatri, è noto che erano più veloci quando c’erano i suoi predecessori. È chiaro che Salvini (o il suo staff della comunicazione) è il re dei social media e deve esagerare per accontentare il pubblico, ma a questo punto ha smesso di dire cose reali. Alla famiglia di una vittima del crimine caduta in servizio cosa dici, che il colpevole sarà condannato ai lavori forzati fino alla morte? Davvero, non suona come una consolazione. Le sparate a vuoto della politica – vedi le accise sulla benzina, o “non mi alzo dal tavolo finché il prezzo del latte non sale a un euro”, cosa che ha detto agli allevatori sardi a febbraio e non si è verificata – fanno parte del gioco. Il ministero dell’Interno è un luogo diverso.