Sandro Gozi (foto LaPresse)

Un po' gonzi, un po' Gozi

David Allegranti

Lo spasso dell’agenda sovranista in cerca di un diversivo per dribblare l’Italia dello zero assoluto

Le sgangherate reazioni dei sovranisti alla gricia all’inopportuno parcheggio di Sandro Gozi nel governo francese, in attesa di sbarco all’Europarlamento per interposto compimento della Brexit, raccontano molto del dibattito pubblico italiano, che pare scritto dagli sceneggiatori di “Lost” (o da Giorgio Gaber).

 

“Gozi (Pd) è una minaccia per l’Italia. Non può stare nel governo francese”, titolava la Verità ieri in apertura di giornale. “Non ho nulla contro la Francia, ma bisogna valutare se togliere la cittadinanza a Sandro Gozi”, dice Luigi Di Maio, il cui risultato principale come politico è quello di aver abolito la povertà (la sua). “Se Gozi non rinuncia al suo incarico, gli venga revocata la cittadinanza”, aggiunge Giorgia Meloni buttandosi sul petizionismo di change.org e chiamando a raccolta il mitologico popolo dell’internet. Ora, giova ricordare a Di Maio e Meloni che nel 2015 l’Italia ha firmato la Convenzione sulla riduzione della apolidia, al cui articolo 8 c’è scritto che “uno Stato Contraente non priverà una persona della sua cittadinanza, qualora tale privazione rendesse tale persona apolide”. E i casi sono due: o Di Maio e Meloni non lo sanno oppure lo sanno e se ne fregano, tanto è l’epoca del “Si può” di Giorgio Gaber e ognuno può dire quel che gli pare senza che ne resti traccia nella mente dell’elettorato: “Si può siamo liberi come l’aria / Si può / Si può siamo noi che facciam la storia / Si può / Si può io mi vesto come mi pare / Si può sono libero di creare / Si può son padrone del mio destino”. Un’epoca che è anche un’epica, dove tutto è possibile e tutto vale; vale Dibba consulente di case editrici e Intellettuale disonesto del presunto politicamente scorretto, vale Di Maio ministro del Sottosviluppo, vale persino Beppe Conte apologo vivente del passante e per questo presidente del Consiglio. Vale così davvero tutto e quindi può anche accadere che Gozi, appena entrato nel sottogoverno francese, diventi protagonista da prima pagina di un caso internazionale, di nuova ossessione dell’estate politica italiana, neanche fosse una canzonaccia-tormentone del Papeete Beach.

 

D’altronde è anche l’epoca del diversivo; Di Maio in vacanza in Costa Smeralda con la fidanzata, il figlio di Salvini sulle moto d’acqua della polizia (a proposito di taxi del mare), tutto un immenso “e allora Bibbiano?” con cui sbronzarci per dimenticare la crescita zero e il debito pubblico tutt’altro che a zero (è salito al 134 per cento del pil con un aumento dell’1,9 per cento nel primo trimestre 2019). Come osservava ieri il professor Francesco Daveri su lavoce.info, stavolta i dati sulla crescita preliminare del pil del secondo trimestre 2019 “non si prestano a manipolazioni e comunque li si guardi dicono la stessa cosa: la crescita misurata è zero a 360 gradi, rispetto al trimestre precedente ma anche rispetto a un anno fa (confrontando il secondo trimestre 2019 con lo stesso trimestre del 2018). Zero è anche la crescita della domanda interna (consumi delle famiglie, investimenti aziendali e spesa delle pubbliche amministrazioni) così come della domanda estera netta (cioè delle esportazioni al netto delle importazioni)”. E a zero secondo l’Istat è “anche la cosiddetta crescita acquisita, cioè la crescita che si otterrebbe in tutto il 2019 se nel terzo e quarto trimestre 2019 la crescita trimestrale fosse pari a zero”. E’ l’epoca dello zero. Mandato zero, crescita zero. Solo le chiacchiere, quelle, abbondano per i gonzi e i Gozi.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.