Sulla Tav il Pd di Zingaretti centra il suo primo successo politico
La strategia dei democratici di non sconfessare la propria linea politica e di votare contro la mozione del M5s ha comunque prodotto una divisione nel governo. Ma c'è chi continua a sostenere che era meglio uscire dall'aula
Uscire dall'aula, votare contro, astenersi. Per giorni il Pd si è arrovellato sulla strategia migliore da tenere al Senato sulla mozione No Tav del M5s. Alla fine i senatori democratici sono rimasti al loro posto, hanno votato contro il testo proposto dai grillini e a favore delle altre mozioni presentate da +Europa, FdI e Forza Italia. Insomma, volendo semplificare, hanno scelto di stare con la Lega contro il M5s. E ora che un abbozzo di crisi si affaccia all'orizzonte la domanda è: abbiamo fatto bene? Si tratta di una vittoria o di una sconfitta politica?
Che il governo non sarebbe caduto, almeno non subito, era cosa nota. La mozione del M5s, anche senza i voti del Pd, sarebbe comunque stata respinta dall'aula (i no sono stati 181, i sì 110, e i senatori democratici sono 51). Matteo Renzi, sostenitore della linea della presenza in aula, lo aveva detto chiaramente conversando con i giornalisti durante la discussione: “Il Pd non è determinante per la caduta del governo”. Allo stesso tempo, però, non votare contro solo per cercare di far cadere l'esecutivo sarebbe sembrata una sconfessione della linea Sì Tav del partito. Tattica, certo, ma come a dire che se l'obiettivo è far cadere Di Maio, Salvini & Co. anche un'opera strategica può essere “sacrificata”.
Oggi abbiamo votato a favore della #Tav. Noi pensiamo al Paese e dunque siamo per il Sì. Divertente la strategia di alcuni statisti nostrani, a cominciare da Di Battista e qualche dem: “Pd doveva votare contro la Tav, così Salvini si sarebbe arrabbiato”. Facciamo una cosa...
— Matteo Renzi (@matteorenzi) August 7, 2019
I 5S vogliono davvero la crisi? Che votino la mozione di sfiducia a Salvini del 12/9: dai rubli ai #49milioni, le ragioni non mancano. Vogliono mandare a casa il Governo? Facciamolo sui soldi alla Lega, non sulla #Tav. I 5S avranno coraggio o resteranno abbarbicati alla poltrona?
— Matteo Renzi (@matteorenzi) August 7, 2019
È altrettanto vero, poi, che le mozioni “impegnano” il governo e, spesso, sono documenti parlamentari che non incidono in alcun modo. Meglio quindi scegliere la strada dell'Aventino? Per il senatore Dem, Luigi Zanda, sì: “Sarebbe stato molto più utile uscire dall'Aula. Uscire poteva aiutare a fare emergere con più forza l'incompatibilità ormai conclamata tra Lega e M5s: c'erano ministri della Lega da una parte e M5s dall'altra. Ma sarebbe stato utile uscire anche per noi perché non mi è piaciuto vedere il voto Pd accostato a Lega, Fi e FdI”.
Anche Carlo Calenda è della stessa idea. Convinto che “se fosse passata quella 5S con astensione opposizioni la spaccatura sarebbe diventata una sfiducia politica a Conte”.
Felice per la mozione PD pro TAV che ho sempre sostenuto andasse votata. Se fosse passata quella 5S con astensione opposizioni la spaccatura sarebbe diventata una sfiducia politica a Conte. Ma ormai non vale più la pena parlarne. https://t.co/blgjQXWHPM
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 7, 2019
In realtà, subito dopo il voto, il segretario Nicola Zingaretti è sembrato più entusiasta di quanto accaduto che preoccupato di ciò che poteva essere: “La seduta del Senato ha dimostrato in maniera assolutamente evidente che il Governo non ha più una maggioranza. Il presidente Conte si rechi immediatamente al Quirinale dal Presidente Mattarella per riferire della situazione di crisi che si è creata. L'Italia ha bisogno di lavoro, sviluppo, investimenti e ha bisogno di un governo che si dedichi a questo e non ai giochi estivi di Salvini e Di Maio contro gli italiani”.
Forse, a ben vedere, quella di oggi al Senato, con la Lega che minaccia rappresaglie nei confronti del M5s, è la prima vittoria politica del nuovo corso Pd.
L’approvazione della mozione del Pd sulla Tav non è, come si sente dire, una sconfitta dell’opposizione ma a ben vedere è il primo vero successo politico del nuovo Pd.
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) August 7, 2019
Certo, sullo sfondo resta il Pd che, nonostante tutto, continua a litigare.
Matteo, ti voglio bene e ti stimo tanto, ma non fare il paravento giocando con opinioni altrui. Votare si alla mozione PD su #Tav e lavorare con altre opposizioni per uscita dall’aula o astensione avrebbe portato a una crisi ancora più profonda del Governo non della TAV. Suvvia. https://t.co/81ltzku9Ws
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 7, 2019
Vero e anche di FDI..sono state tutte approvate. Unico vero successo dell’opposizione, su mozioni inutili, è quando si manda a casa il Governo. Magari accade lo stesso. Speriamo in loro. https://t.co/WqSJbzb8Hr
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 7, 2019
Forse, come scrive su Twitter Giuliano Ferrara, sarebbe utile ricordare come andò a finire la secessione dell'Aventino. Uscire dall'aula non sempre porta buoni frutti.
L'Aventino, caro Carlo, fu la pima vacanza intelligente, ma finì moto male #usciremalaseraagabiccemareac
— giuliano ferrara (@ferrarailgrasso) August 7, 2019