Zingaretti prova a tenere assieme i pezzi del Pd
Il segretario del Partito democratico fa un appello all'unità e si affida a Mattarella
"Non è credibile l'ipotesi di un governo per fare la manovra economica e andare poi alle elezioni, sarebbe un regalo a una destra pericolosa che tutti vogliono fermare. Apriamo la crisi e vedremo con il presidente Mattarella qual è la forma migliore e più credibile per contribuire a salvare l'Italia. Di fronte ai pericoli che ci sono per la democrazia sarebbe sbagliato dividerci". Al Nazareno Nicola Zingaretti prova così a cestinare l'apertura di Matteo Renzi a un governo di transizione che scongiuri l'innalzamento dell'Iva e approvi le riforme istituzionali.
Dopo un incontro con l'ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni – che ha visto nel primo pomeriggio il capogruppo al Senato Andrea Marcucci e il segretario d'Aula Enrico Borghi –, il segretario del Pd ha così tentato di richiamare all'unità il partito per evitare il rischio di un'implosione. "Siamo agli inizi di un percorso difficile, ci sarà una crisi di governo i cui tempi e modi saranno decisi nelle prossime ore, poi ci sarà il Presidente della Repubblica Mattarella, non Salvini, che deciderà tempi e scadenze. Per quel che ci riguarda ci saranno i luoghi previsti dalle nostre regole per discutere insieme le scelte da fare", ha concluso Zingaretti.
Alle parole di Renzi al Corriere infatti sono seguite oggi quelle di Carlo Calenda che ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital ha affermato che "il Pd è finito", sottolineando come "la scissione c'è già: da una parte ci sono i gruppi parlamentari e dall'altra il partito".