L'ex premier Matteo Renzi tiene una conferenza stampa in Senato (foto LaPresse)

“Contro la deriva Papeete c'è la democrazia parlamentare”, dice Matteo Renzi

Samuele Maccolini

In conferenza stampa al Senato l'ex premier rinnova la sua volontà di formare un governo istituzionale “No Tax” assieme al M5s per salvare il paese da una "crisi imminente"

Un governo istituzionale “No Tax” col Movimento 5 stelle – e chi ci sta – per evitare l'aumento dell'Iva. Nella conferenza stampa tenuta oggi pomeriggio al Senato, Matteo Renzi riconferma ciò che era trapelato negli ultimi giorni tra tweet, post su Facebook e interviste. “Da ex presidente del Consiglio ho voluto lanciare un appello a tutte le forze politiche per formare una nuova maggioranza, ma toccherà ai capigruppo e ai segretari trovare un accordo”. Più volte durante la conferenza stampa Renzi ha ribadito che “sul tabellone del Senato oggi apparirà una maggioranza”, che è democraticamente eletta e deve assumersi la responsabilità di traghettare il paese in un momento critico come questo nel quale "l'Italia sta andando in recessione, se l'Iva salirà al 25 per cento il paese entrerà in una crisi peggiore di quella del 2011”. Una nuova maggioranza che è dettata da un dato di realtà, in uno scenario decisamente diverso da quello di un anno fa, quando l'accordo con i grillini sarebbe sembrato “un accordo di palazzo”, tra un “governo perdente” a trazione Pd e la forza politica che aveva appena vinto le elezioni.

 

Un avvicinamento che si è reso necessario dopo che il leader leghista "ha scelto di imprimere una svolta che è miseramente fallita e che ora richiede una immediata presa d'atto”. Per questo Renzi dice che "Salvini dovrebbe dimettersi". Il senatore del Pd è convinto che l'appoggio popolare all'attuale ministro dell'Interno si sgonfierà non appena il leader della Lega non sarà più al governo. “Contro la deriva Papeete c'è la democrazia parlamentare” che può arginare il pericolo di un leader politico che chiede al popolo “i pieni poteri” e invoca una “crisi di governo ad agosto”, con la richiesta di andare a elezioni in autunno senza aver alcuna premura di seguire le prassi costituzionali.

 

I grandi temi su cui questa nuova maggioranza dovrà lavorare ci sono già. “Periferie e dissesto idrogeologico”, la “scommessa nell'economia circolare”, le scuole e, infine l'Europa che “chiede un rispetto che anche noi pretendiamo”. “Non si era mai visto che la scelta di un commissario europeo” diventasse così marginale nel dibattito politico, schiacciato dalle incombenze della crisi di governo voluta da Matteo Salvini. “Sulla diminuzione dei parlamentari c'è un terreno di incontro” – se ne sta discutendo in segreteria del Pd. Per Renzi la riforma grillina è sì “demagogica”, ma va nella direzione della riforma costituzionale voluta proprio dall'ex premier.

 

Altro tema delicato è quello della legge di Bilancio. Il senatore del Pd assicura che “non sarà una finanziaria lacrime e sangue”, anche perché grazie alla riforma del “fisco 2.0 ci sono ancora 5-6 miliardi di euro che si andranno a sommare al gettito fiscale”. Per quanto riguarda il premier, "a decidere sarà il capo dello Stato", ma Renzi non chiude la porta Conte.

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