Il fallimento della politica Ue sull'immigrazione in una foto
I naufraghi in attesa di un porto sicuro sono 501. Il ministro dell'Interno della Valletta rilancia un'immagine cruda e chiede aiuto agli altri stati membri. Salvini: "Qui non vengono"
I migranti che attendono in queste ore di sbarcare sulla terra ferma e di ricevere un’autorizzazione dai governi di Malta, Italia o Spagna sono 501. I naufraghi sono divisi così: 151 sono da 12 giorni a bordo della spagnola Open Arms, altri 350 sulla norvegese Ocean Vikings, la nave di Sos Méditeranée e Medici senza frontiere. Per ora i governi europei continuano a restare in silenzio, senza ripensamenti: le navi delle ong – dicono a Roma, La Valletta e Madrid – non entreranno in porto perché deve farsene carico l’Unione europea. Ma proprio l’Ue ricorda a tutti di non avere poteri su alcun tipo di redistribuzione dei migranti (i governi non si sono per ora accordati sulla riforma degli accordi di Dublino, perché rivendicano il diritto di gestire i confini) e di non essere nemmeno stata interpellata per trovare un’intesa tra i paesi membri sui migranti a bordo della Ocean Vikings. L’unica azione intrapresa a Bruxelles, finora, è stata la lettera informale inviata dal presidente dell’Euoroparlamento, David Sassoli, al presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, a proposito della Open Arms. Peccato che nessuno dei due abbia i poteri per decidere alcunché della sorte dei migranti.
Le condizioni igienico-sanitarie a bordo della nave spagnola sono ogni giorno più critiche ma Madrid non concede il via libera allo sbarco. Men che meno l’Italia, dove Salvini ha deciso di tornare a parlare di migranti soltanto per ribadire che i porti sono chiusi (anche se ieri 55 pachistani sono sbarcati nel crotonese da una barca a vela) e per attaccare l'attore americano Richard Gere, che nelle ultime ore ha lanciato appelli ai paesi europei per trovare una soluzione: “Il ricco attore viene in Italia a fare il fenomeno buonista in barca con le ong, ho l’impressione che in America non sarebbero così tolleranti”. Salvini ha ribadito stamattina che 350 dei 501 naufraghi devono essere riportati in Libia – che però l’Onu non considera porto sicuro – mentre degli altri dovrebbe farsi carico la Spagna.
#Malta has just rescued one lone survivor in critical condition from a dinghy. Found lying over the corpse of another #migrant. This is what @Armed_Forces_MT do each and every day. We cannot do this alone. @MaltaGov pic.twitter.com/I3Ap9N7ssU
— Michael Farrugia (@dr_micfarr) August 13, 2019
Ed è in questo scarica barile tra governi, che le forze armate maltesi hanno diffuso una foto drammatica. Nell’immagine ci sono due uomini su un piccolo gommone al largo nel Mediterraneo: uno dei due è morto, l’altro – poi recuperato ancora vivo dai maltesi – è al suo fianco, in ginocchio. A condividere la foto sui social network è stato il ministro dell’Interno di Malta, Michael Farrugia: “Malta ha appena salvato un sopravvissuto in condizioni critiche da un gommone. Vicino a lui c’era il corpo di un altro migrante. Ecco cosa fanno le forze armate maltesi ogni giorno. Non possiamo farlo da soli”. Per Malta si tratta soprattutto di un appello rivolto agli altri governi europei, che però restano sulle rispettive posizioni: la colpa è dell’Unione europea, ripetono gli stati membri che invece potrebbero trovare un accordo e farlo funzionare, a nome dell'Unione europea.