Silvio Berlusconi vota per le elezioni europee (foto LaPresse)

Rotondi ci spiega perché serve un governo di legislatura di acerrimi nemici

David Allegranti

Secondo il deputato di Forza Italia “chi vuole suicidarsi affondando nel salvinismo non ha che da invocare elezioni subito" 

Roma. “Che cos’è Forza Italia oggi? E’ un partito che prende il 6 per cento, quando la sua media elettorale era tra il 20 e il 25”, dice Gianfranco Rotondi al Foglio, suggerendo al suo partito di mollare gli ormeggi del salvinismo e tornare alle origini. Destinazione finale: un governo di legislatura per “salvare il paese” insieme agli acerrimi nemici, Pd e Cinque stelle.

 

“Forza Italia nasce come protesi ortopedica della Dc, è un prodotto sostitutivo. La Dc si chiude nel recinto del centrismo, rinuncia a sfidare la sinistra di Occhetto e un imprenditore geniale inventa in tre mesi un prodotto sostitutivo. Un partito di plastica al posto del partito-Stato che era la Dc. Con la stessa musica di sottofondo: l’inno anticomunista. Il partito, Forza Italia, funziona, vince, regge e dura. Mettiamoceli tutti questi verbi. Poi arriva il Pdl, che doveva essere il completamento di quel disegno e la stabilizzazione in un partito dell’intuizione berlusconiana, e i verbi li dobbiamo rovesciare: non funziona, non vince, non regge, non dura. Da quel momento è cominciata la discesa. Io sono per tornare alle origini, Forza Italia è e resta la casa dei democratici cristiani, dei liberali, dei socialisti, del ceto medio, della borghesia meridionale e del popolo delle partite Iva. Oggi Forza Italia non rappresenta questo mondo ma è parte, per giunta la più piccola e sgangherata, della destraccia che avanza”. Insomma, dice Rotondi, “ha ragione il Foglio. Serve una destra non truce. Ora, io non sono di destra, né truce né amabile. Ma non potendo morire democristiano sarei disponibile a morire anche di An. Come tutti i Dc però anzitutto non sono disposto a morire”. Qual è il punto di caduta di questo ritorno alle origini? “Se vogliamo vincere dobbiamo somigliare alla Cdu e ai gollisti francesi. Dobbiamo abbracciare una tradizione politica, che è quella del Ppe, credendoci veramente e non facendone solo un abito da cerimonia. Ho citato la Germania e la Francia non a caso. Merkel si è seduta con nemici socialdemocratici, che erano nemici per davvero. I gollisti pur di non far vincere Marine Le Pen hanno votato Macron. C’è un confine a destra invalicabile. Solo noi spostiamo questo confine a seconda di quanti collegi ci dà Salvini”.

 

Quindi serve un governo con il Pd? “Con il Pd e anche con i Cinque stelle. E’ inutile che ci giriamo intorno, i Cinque stelle sono l’esatta antitesi di idea di stato, di politica, di istituzioni che abbiamo noi ma in questo parlamento hanno la maggioranza relativa. Significa che hanno vinto le elezioni un anno fa, non un secolo fa. E il consenso di Salvini è quello delle elezioni europee, che sono di medio termine. In America, Trump non si dimette ogni volta che perde un’elezione di medio termine”. Ma in Forza Italia quanti sarebbero disponibili a votare per un governo del genere? “Chi vuole suicidarsi affondando nel salvinismo non ha che da invocare elezioni subito. Forza Italia ha preso l’8 per cento e ammesso che Salvini la apparenti, ma io lo escludo, prenderebbe un quinto dei collegi, che potrebbero essere 30. E ho concesso a Forza Italia due condizioni che non esistono, la prima che Salvini li apparenti, la seconda che sia generoso. La salvezza insomma ci sarebbe per 30 parlamentari su 170 di Forza Italia. E non a caso quelli che vogliono le elezioni sono i 30 che hanno già l’accordo con Salvini. Come direbbe Verdini con una fatidica domanda ai responsabili: ‘Onorevole, lei vuole sopravvivere o morire?’. In caso di elezioni 140 non ce la farebbero. Spesso trovarsi a tu per tu con la morte dà la spinta verso l’eroismo e una nuova vita”.

 

Ma Berlusconi cosa pensa di questa operazione? “E’ un leader del Ppe, cosa può pensare? In alleanza con Salvini, la massima aspirazione di Berlusconi sarebbe fare il numero 3 di Salvini dopo la Meloni, possibilmente non comparendo in tutte le manifestazioni pubbliche. Questo è il massimo che il salvinismo avrebbe da offrire a Berlusconi, e mi vergogno solo a pensarlo. Berlusconi dà il nome a 25 anni di storia di questo paese, in un paese normale sarebbe da tempo senatore a vita e onestamente lo sarebbe anche Romano Prodi. Perché Berlusconi dà il nome a un’epoca, Prodi è l’unico che lo ha battuto due volte. Qui invece nominiamo senatori a vita distinti signori che non si vedono per tutta la stagione. L’antipolitica ci contagia e non ci indigniamo. Al posto di Mattarella io sanerei questo vulnus facendo Berlusconi e Prodi senatori a vita, sarebbe civilmente doveroso”. Dunque, dice Rotondi, bisogna fare questo “governo di legislatura” fra acerrimi nemici. “C’è un piano di salvezza del paese cui Forza Italia deve dire di sì senza fare sconti a Salvini. Anche perché il fallimento del governo gialloverde è colpa dei gialli ma anche dei verdi. E il governo lo hanno voluto i verdi. Il governo di legislatura come quello che auspico, invece, deve avere davanti a se tre anni di riforme e Berlusconi deve starci in prima linea”.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.