Cairo in campo
Populisti, destre, sinistre e imprese ragionano sul manifesto politico del numero uno di Rcs. Paure, sogni, sospetti
Roma. L’iPhone di Urbano Cairo è bollente. Il manifesto, lanciato ieri dal presidente di Rcs sul Foglio, con le sue idee per l’Italia del futuro e le aspre critiche rivolte ai gialloverdi, alimenta un fiume di attese e sospetti. Il patron di La7 e del Toro se ne sta a Portofino, centellina le risposte e si gode gli ultimi scampoli estivi. Intanto telefonate, sms, whatsapp: tutti vogliono sapere che cosa fa Cairo, che cosa ha in mente Cairo, dove va Cairo. Di buon mattino, Matteo Renzi è in palestra: non ha letto la lunga intervista ma se l’è fatta riassumere. “La vedo complicata”, commenta laconico. L’altro Matteo, Salvini, ha qualche grattacapo di governo: lui il manifesto l’ha letto, sul resto meglio soprassedere. Il senatore 5 Stelle Gianluigi Paragone, già direttore del quotidiano leghista La Padania, che minaccia le dimissioni in caso di accordo con il Pd, la butta in politica: “Il blocco moderato si sta organizzando attorno a Urbano Cairo per conservare il solito convivio. Per questo il Movimento deve restare forza antisistema, quindi non con il Pd. Si vada al voto”.
Si lascia andare invece a una riflessione “calcistica” il leader di Leu Pier Luigi Bersani, tifoso bianconero, che all’Adnkronos confessa: “Leggendo Cairo, mi viene il rammarico che non sia juventino…”. “Forza Italia 2 la vendetta? – si domanda il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – Comunque, quando ci sono parole di buon senso da parte di un imprenditore, va sempre bene. Il fatto è che è la politica a decidere, non noi imprenditori”, eh sì.
Dalle parti di Forza Italia si registra un mix di curiosità e terrore: se Cairo scende in campo, per quel che resta dello schieramento dei “moderati” è la fine. Anche perché l’imprenditore ha detto chiaro e tondo: “Non attendo investiture. Se uno scende in campo, non eredita i partiti altrui ma ne fonda uno totalmente nuovo”. “I cinque capisaldi del suo manifesto – dichiara il portavoce di Fi Giorgio Mulè –- sono musica per le mie orecchie perché rispecchiano come carta carbone il programma di governo azzurro. Se i ’poltronari’ dei 5Stelle e la panchina lunga del Pd consentiranno agli italiani di giocare la partita delle elezioni, mi aspetto che Cairo, dal momento che non vuole ’scendere in campo’, sosterrà con convinzione la squadra di Forza Italia”. La definisce un’“intervista dai contenuti condivisibili” il presidente della Liguria Giovanni Toti: “La ricetta che Cairo indica è certamente giusta, che sia facile applicarla poi è un altro paio di maniche... Al momento, mi sembra l’ennesimo tentativo per tirare per la giacca Cairo nell’agone politico da cui l’uomo è certamente attratto ma, vista la confusione, legittimamente spaventato.
Quello che non è chiaro è il posizionamento di questa nuova discesa in campo”. Eppure ai più la scelta appare quasi scontata: il centro. L’Italia del sì. Toti si mostra aperturista: “C’è bisogno di irrobustire l’ala liberale e riformista del centro-destra e, se la discesa in campo di un uomo come Cairo, dalle indubbie capacità, andasse in questa direzione, non potremmo che ritenerla utile. Se invece tendesse a frammentare ulteriormente un’offerta politica già spappolata, sarebbe un ulteriore elemento di smarrimento per gli elettori. Tutti dobbiamo renderci conto che la Seconda Repubblica è finita, con i suoi riferimenti e la sua geografia. Ma la Terza Repubblica non è ancora nata. Chiunque aiuti a stabilizzare il quadro politico e a far uscire la vita pubblica italiana dal tatticismo, per ridarle un orizzonte, rende un servizio utile. Nel caso di Cairo, almeno al momento, viste le sue parole, il tema non si pone”.
Più scettico Daniele Vaccarino, presidente della Confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa: “Io credo che la situazione economica sia difficile, anche nella scorsa campagna elettorale le forze politiche dicevano dove trovare le risorse nel bilancio dello stato per fare una manovra espansiva. Poi abbiamo visto com’è andata a finire. Comunque, se lui dice di non voler entrare in politica ma ha trovato delle soluzioni per fare una manovra espansiva, le esponga chiaramente. Magari ha trovato strade che gli altri non hanno trovato. Ma ho i miei dubbi…”. Solo il tempo li scioglierà.